HACKATHON…? Direi Artigianato Digitale

Stefano Ravizza

Hackathon è il risultato del binomio di due parole abbreviate Hacking + Marathon e più avanti capiremo il perché e il loro senso.

Gli hackathon sono uno strumento di aggregazione, di confronto, di integrazione, di creazione per seminare nel territorio comunità virtuose in cui il protagonismo e l’ascolto è rivolto a coloro a cui spesso viene detto “non sei ancora pronto per…”. Sono coloro a cui dovremo passare un testimone del valore più grande di quello passato nella staffetta 4*100 da Fausto Desalu a Filippo Tortu perché è quello del Futuro e i nostri atleti sono i Giovani.

Nascono e germogliano nel settore informatico, le nostre origini aziendali per intenderci (chi siamo ve lo dico dopo), caratterizzato da linguaggi codificati, tabelle pivot, query tutto ciò che è di natura tecnica che lascia poco spazio alla condivisione, all’inclusione, al coinvolgimento, al concetto di sfida collettiva perché creare è una competizione con sé stessi, insieme agli altri nella società. Lavorare per compartimenti stagni con visione più scientifica che umanistica in una comunicazione stitica tra le parti dove il tuo collega per 8 ore è un Personal Computer che non aspetta altro che farti una correzione o darti un errore nella scrittura di una stringa. Forse queste banali considerazioni dipingono un bisogno di empowerment di tutti gli attori che contribuiscono alla realizzazione di un prodotto o alla risoluzione di un problema (hacking in una coniugazione positiva) mettendoli intorno ad un tavolo ognuno per le proprie competenze ma simultaneamente dando il proprio punto di vista e il proprio contributo, condividendo e confrontandosi in un tempo definito (Marathon).

Gli hackathon portano ad una crescita sia relazionale che professionale possono essere nella loro forma ed attuazione anche modalità di didattica, stimolare alla cittadinanza attiva, all’integrazione nella comunità sviluppando all’interno della stessa una rete caratterizzata da comuni intenti.

“Alla fine, un’organizzazione non è niente di più della capacità collettiva di tutte le persone che vi lavorano di creare valore” Lou Gerstner (Ex AD di IBM)

Singolare che un tal pensiero provenga da un ex AD di un BIG Player dell’informatica ma credo stia a confermare le banalità che sopra ho scritto piuttosto che sottolineare il valore del capitale umano nella transizione sociale ed economica che ormai oggi stiamo vivendo e che la stessa debba trovare le gambe delle proprie idee nelle nuove generazioni.

Rispetto ad un big player come IBM noi di KOOR (https://sb.koor.it/) siamo artigiani della digitalizzazione comprendendo ancor prima dei grandi che il vero valore della digital trasformation nella società attuale è determinato dall’integrazioni di tool a favore della stessa trasformazione atti a soddisfare bisogni, a facilitare processi, a creare rete, a fare la differenza attraverso il capitale umano del nostro organico.

Ma veniamo all’aspetto più interessante da condividere l’Hackathon realizzato nell’area interna della Toscana, la Lunigiana precisamente a Pontremoli. Le aree interne e svantaggiate sono aree vittime di una forte erosione demografica, territori che spesso i giovani vogliono abbandonare perché considerati di serie B e non luoghi in cui seminare il proprio futuro lavorativo e sociale. Lo smartphone, il loro terzo occhio digitale verso il mondo, li porta a considerare attrattivi i grossi centri urbani dove risiedono molto spesso i big player dei mercati più attrattivi del momento. Il nostro obbiettivo in partener con coloro che nei territori vogliono promuovere Hackathon per il Futuro è quello di orientare il 3 occhio della Generazione Z verso il basso, al di sotto delle suole delle loro scarpe, lì dove giace un patrimonio culturale inesauribile, sostenibile e unico perché identitario. Territori che necessitano di dialogo tra generazioni, di confronto, di rete ma soprattutto di vere e proprie comunità educanti. A posteriori lo possiamo dire realizzare Hackathon in questi luoghi è stata una vera sfida digitale e sociale. Digitale perché ci siamo scontrati con le non ottimali condizioni di connessione alla rete e sociale perché ci siamo trovati di fronte giovani critici rispetto al proprio territorio, sfiduciati e in alcuni casi ciechi rispetto alla bellezza culturale di ciò che li circondava. Come Location in accordo con l’amministrazione comunale abbiamo avuto la concessione dell’uso del Castello di Pontremoli.

Immagine dell’Hackathon al Castello di Pontremoli

I ragazzi si sono autocandidati all’Hackathon attraverso la piattaforma Trust Hack che noi di Koor abbiamo messo loro a disposizione, il link per la partecipazione è stato integrato nella circolare divulgata dall’Istituto Pacinotti Belmesseri (che ha diversi sedi nella Lunigiana, tra cui Pontremoli) ai propri studenti. La candidatura prevedeva un selfie, propri dati anagrafici, mail di contatto e una frase che motivasse perché avremmo dovuto accettarli. La finestra temporale per l’autocandidatura è rimasta aperta per 7 giorni ma dopo soli 3 giorni abbiamo ricevuto 93 candidature rispetto alle 40 ammissibili nel rispetto delle norme di distanziamento Covid, in pratica siamo andati in overbooking in men che non si dica sopra ogni aspettativa. Va anche detto che questo è stato il raccolto grazie alla semina di un precedente Hackathon che abbiamo realizzato con la Comunità del Cibo di Crinale (https://ecodellalunigiana.it/boom-adesioni-primo-hackathon-comunita-cibo-crinale/) tutto in Digitale in un’area più ampia ma che includeva anche il versante appenninico della Toscana confinante con l’Emilia Romagna. Abbiamo dato responsabilità e fiducia a questi ragazzi gli abbiamo accompagnati nella realizzazione di un Social Wall in qui hanno messo in luce punti di debolezza, punti di forza ma soprattutto le loro idee per rispondere alle lacune sociale del loro territorio.

Attraverso attività di gaming e di team work   in cucina li abbiamo resi più consapevoli del patrimonio culturale del loro territorio.

Il risultato è stata adrenalina, creazione, voglia di farcela, di sperimentare, ma soprattutto aver seminato in loro la prospettiva di un futuro nel loro territorio.

Di seguito la descrizione dell’hackathon realizzato con il supporto della piattaforma Trust- Progetto: https://bit.ly/3D6iHZO e gli output di alcune delle creazioni dei vari Hack Team fruibili attraverso la piattaforma Trust:

Itinerari enogastronomici per incentivare il turismo lento secondo la prospettiva dei giovani:

Alcuni commenti delle persone con cui abbiamo interagito durante l’Hackathon in Lunigiana

“Entusiasmante! Una modalità nuova, proficua e sorprendente anche per la qualità dei prodotti restituiti. Consapevoli che la vera sfida sia rendere protagonisti i giovani sui temi trattati, l’hackathon ha rappresentato lo strumento ideale anche per favorire lo scambio e l’incontro intergenerazionale” cit. Fausta Fabbri – Dirigente Regione Toscana

La centralità della Persona nella comunità, la sua capacità di assumersi responsabilità, vedersi protagonista di processo e della propria vita, la sua necessità di sviluppare consapevolezza e autostima passano attraverso percorsi nuovi e innovativi, spesso punto di incontro fra tradizione e innovazione. Questo è l’hackathon. Grande opportunità di essere ed esserci per diventare cittadino europeo. Cit. Lucia Baracchini Dirigente Scolastico Istituto Pacinotti Belmesseri

L’hackathon mi è piaciuto perché, ho scoperto le diverse potenzialità del mio territorio, ho incontrato persone con diverse competenze, e ho avuto occasione di stare a contatto con i miei coetanei in un ambito diverso dal solito. Rifarei ancora questa esperienza, che mi ha arricchito di nuove idee. Alessia Nadotti, Istituito Pacinotti-Belmesseri indirizzo turistico.

Questa esperienza mi è piaciuta molto perché ha dato l’occasione a noi giovani di esprimere le nostre idee e nello stesso tempo ci ha dato l’opportunità di riflettere sulle mancanze del nostro territorio. Inoltre, grazie a questo evento sono riuscita ad interagire con altri miei coetanei locali e mi sono resa conto che, trovando interessi in comune si potrebbe riuscire a valorizzare l’ambiente che ci circonda pieno di potenziale. Ambra Ghelfi, Istituto Pacinotti-Belmesseri indirizzo alberghiero.

Per approfondimenti contattateci all’indirizzo hello@koor.it, diamo vita a comunità virtuose.