Intelligenza artificiale e consapevolezza civica: l’esperienza di Catania

Intervista a Giuseppe Lo Bianco, Presidente del Polo DiCultHer Sicilia e Presidente dell’IRSSAT

Introduzione

In occasione della Decima Settimana delle Culture Digitali, l’incontro promosso il 9 maggio 2025 a Catania, presso l’Aula Magna del Monastero dei Benedettini, ha rappresentato un momento particolarmente significativo per riflettere sull’uso consapevole dell’intelligenza artificiale nel contesto scolastico e civile. A guidare l’incontro, come presidente dell’IRSSAT e del Polo Siciliano DiCultHer, è stato Giuseppe Lo Bianco, che da anni lavora per promuovere un dialogo autentico tra scuola, ricerca, territorio e istituzioni.

In questa intervista, Lo Bianco condivide alcune considerazioni sul valore dell’evento, sull’AI come tema educativo e civico, e sul ruolo strategico del Polo DiCultHer Sicilia.

Domanda: Giuseppe, l’incontro di Catania ha visto una grande partecipazione di scuole e istituzioni. Qual è, a tuo avviso, il significato più profondo di una riflessione sull’uso consapevole dell’intelligenza artificiale a scuola?

Mi preme innanzitutto ringraziare i dirigenti scolastici degli istituti che hanno aderito, B.Castrovinci, M.P. Calanna, G. Morsellino, e M.L. Sciuto, li voglio citare per il grande supporto che insieme ai docenti, ai tutor ed a tutti i collaboratori hanno dato alla realizzazione dell’evento. Io considero coloro che svolgono oggi questo lavoro persone dotate di una umanità immensa, in quanto sono costretti ad operare in un panorama così complesso e difficile ed in un territorio altrettanto complicato come quello siciliano.

Per ritornare alla domanda, sono mosso da una sola preoccupazione: che l’uomo si concentri a vivere esclusivamente il suo presente e rinunci ad indagare o indicare il valore escatologico dell’esistenza. Rinunci cioè, in modo più o meno “consapevole”, ad una visione sulle “aspettative” ultime degli individui, in quanto incapace di individuare una visione, un percorso, una traccia da seguire.

Questo rischio si può sconfiggere solo con una formazione complessa e profonda, e dove può avvenire tutto questo se non a scuola? In un luogo dove la socialità, il confronto, l’educazione e l’empatia con gli altri svolge un ruolo primario.

In realtà, il tema non riguarda affatto l’intelligenza artificiale, bensì l’uomo. Pensiamo a quanta tecnologia c’è nelle armi moderne e a quanta intelligenza artificiale c’è in un satellite nel raccogliere dati e poi processarli a distanza di centinaia di migliaia di km ed a quanti benefici ne ha l’umanità nel sapere individuare le zone a rischio o persone in difficoltà o predire in anticipo catastrofi e calamità. Quanto fascino possono assumere queste questioni agli occhi di un ragazzo? Poi pensiamo però, anche che lo stesso satellite con la stessa intelligenza artificiale che usa nel primo caso, può individuare una persona dall’alto della sua orbita ed ucciderlo. Mica è l’intelligenza artificiale che ha deciso di uccidere ma l’uso che ne ha fatto l’uomo.

Un uso consapevole, quindi vuol dire sapere riconoscere rischi e benefici, e per limitarne i rischi ci sono solo due cose da fare:

  1. Avviare un processo formativo e valoriale che li sappia distinguere e sappia porvi rimedio;
  2. Avviare un processo normativo che impedisca un utilizzo contrario al benessere comune.

Domanda: Nel corso della mattinata sono stati presentati progetti scolastici che univano creatività, tecnologia e responsabilità. Che cosa ti ha colpito maggiormente?

La voglia di partecipazione: Sono stati tanti i ragazzi che hanno partecipato direttamente ai progetti con originalità e tutti avevano voglia di raccontarlo. Poi vedere docenti e studenti lavorare e sorridere insieme con soddisfazione mi ha veramente emozionato.

Domanda: Molti interventi hanno sottolineato il bisogno di accompagnare l’intelligenza artificiale con un’etica della cura, della relazione, della giustizia. Quanto è importante, oggi, inserire questi valori nei percorsi scolastici e formativi?

Se potessi dirlo con una battuta direi: è un problema di velocità. C’è una gara invisibile, ma che diventerà sempre più evidente fra l’apprendimento dei ragazzi e l’autoapprendimento della intelligenza artificiale. La velocità di apprendere dell’essere umano è molto più lenta rispetto agli algoritmi di autoapprendimento dei colossi del web. I ragazzi, come hanno dimostrato durante l’evento del 9 maggio hanno già chiaro questo concetto, infatti molti di loro hanno utilizzato software di autoapprendimento per istruire l’intelligenza artificiale e realizzare così i loro progetti. È un dato tecnico, noi abbiamo avuto la fortuna di avere docenti tecnicamente preparati nel supportare i ragazzi nella realizzazione delle loro idee e so che non tutte le scuole hanno la stessa fortuna, ma questo è solo un dato tecnico ed una impostazione tecnicistica. Gli studenti però hanno dimostrato anche un’altra cosa ovvero l’utilizzo ai fini sociali dell’AI, hanno cioè dato una risposta etica e morale, hanno immaginato soluzioni ai mali che affliggono il pianeta: dalla questione ambientale, alla disabilità, al miglioramento delle tecniche di coltivazione, alla cybersecurity, alla necessità umana di sapere correggere errori che inevitabilmente l’AI può commettere e di impostazione di capacità predittive. In sostanza hanno risposto con valori propri ed hanno utilizzato l’intelligenza artificiale secondo le loro esigenze progettuali.

Avere utilizzato il valore etico e morale come guida per la scelta dei progetti da realizzare indica la strada da percorrere, competenza tecnica e dimensione umana e sociale nell’uso dello strumento.

Mi rendo conto che si tratta di un percorso difficile, ma la scuola, la famiglia, la chiesa, anzi le chiese, dovranno fare i conti con questo enorme tema. Se vogliamo un mondo che usi gli strumenti tecnici per il bene dell’umanità e non per la soddisfazione di pochi dobbiamo necessariamente inserire nelle scuole una forma di umanesimo digitale, assimilarne i valori e farlo diventare prima possibile strumento formativo.

Domanda: Come Presidente del Polo DiCultHer Sicilia, quale ruolo immagini per questa rete nel promuovere l’educazione digitale e culturale nel territorio?

Ho il privilegio di essere anche presidente dell’IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente ed Territorio) e questo mi permette di vedere le cose da due angolazioni perfettamente convergenti.

Da un lato supportare le scuole ed i ragazzi per rendere concreti i loro progetti, metterli in pratica anche attraverso la ricerca e la partecipazione a bandi di settore e di fare da ponte con le istituzioni; dall’altro come coordinatore del Polo Regionale costruire una rete di scuole, di famiglie, di istituzioni locali e regionali, di enti e associazioni, insieme agli enti morali ed ecclesiastici e  ragionare tutti insieme sul piano metodologico quale può essere il modo migliore per inserire l’intelligenza artificiale nei percorsi formativi ufficiali.

Domanda: Un messaggio finale per le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato attivamente all’evento, e che sono protagonisti della trasformazione in corso?

Più che un messaggio una riflessione: pensiamo a tutti quei ragazzi che non hanno la stessa fortuna di potere studiare come quelli che hanno partecipato al nostro evento. Penso ai ragazzi in Ucraina ai ragazzi della Russia chiamati alle armi, a tutti quei conflitti che distolgono l’umanità dalla ricerca del benessere, ai ragazzi rapiti dai terroristi, ai ragazzi della Palestina di Gaza che ogni giorno vivono l’atroce dilemma se morire sotto le bombe o diventare esecutori di morte. Mi piacerebbe immaginare un’intelligenza artificiale che, così come creata da Asimov nei suoi famosissimi trattati di fantascienza, diventasse custode dell’umanità e che di fronte alle azioni che a questa possano arrecare danno, sappia rispondere: “Mi dispiace, non sono stata programmata per fare questo”.

Un ringraziamento speciale va all’associazione internazionale DiCultHer che con l’istituzione della Settimana delle Culture Digitali offre un appuntamento che stimola tutti alla partecipazione attiva ed offre ai partecipanti una visibilità impossibile da realizzare in altri contesti.


L’intervista è stata raccolta a margine dell’evento “Uso consapevole dell’Intelligenza Artificiale”, promosso da IRSSAT, DiCultHer e Regione Siciliana il 9 maggio 2025 a Catania.

Intervista su REI TV https://www.facebook.com/share/v/1BvQgvXCY2