Intervista a Giovanni Piscolla, Direttore DiCultHer
Domanda 1
Giovanni, da anni DiCultHer organizza la Rassegna dei Prodotti Digitali realizzati dalle Scuole italiane sui temi del Digital Cultural Heritage. Qual è la sua caratteristica più interessante?
La caratteristica principale della Rassegna è che i protagonisti sono gli studenti che, guidati dai docenti di riferimento, utilizzano con competenza e fantasia gli strumenti tecnologici per realizzare le narrazioni digitali che poi ci presentano nei Webinar. I team scolastici si iscrivono al nostro contest HackCultura, scelgono la Sfida da raccogliere (quest’anno ne abbiamo 15 di Sfide), realizzano nei tempi che ritengono adeguati le narrazioni digitali che hanno progettato in risposta alla Sfida individuata e le presentano infine nella Rassegna che si tiene a maggio in corrispondenza della Settimana delle Culture Digitali.
Domanda 2
La Rassegna è anche un’occasione per presentare e diffondere best practices di utilizzo di tecnologie evolute per la scuola?
Sono passati sette anni dalla prima edizione della Rassegna e 10 anni dalla prima edizione di HackCultura. In questo lasso di tempo le tecnologie disponibili, anche in ambito scolastico, si sono evolute parecchio, ogni anno emergono nuovi strumenti sempre più potenti e in questi ultimi tempi l’Intelligenza Artificiale è stata integrata un po’ in tutti le principali piattaforme per la creazione di contenuti digitali. Le tecnologie però sono solo un fattore abilitante; l’elemento principale, quello che rende particolari le narrazioni digitali presentate nel corso della Rassegna è sempre la creatività dei ragazzi, che dimostrano ogni volta di saper usare le tecnologie per dare corpo alla loro capacità di fare e di raccontare.
Domanda 3
Immaginiamo che la Rassegna richieda anche una complessa gestione tecnica e organizzativa. Qual è, dal tuo punto di vista, il valore nascosto (ma fondamentale) del “dietro le quinte” della Rassegna?
Il dietro le quinte è un po’ la spina dorsale di tutto. Ogni anno la Rassegna coinvolge decine di scuole e centinaia di studenti; nelle classi si mettono in piedi i laboratori per realizzare i prodotti digitali e poi nel corso della Rassegna ogni Team scolastico ha 15/20 minuti per presentare il loro lavoro. Per far funzionare il tutto serve una macchina organizzativa precisa e flessibile, ma anche capace di accogliere. Lavoriamo per creare un ambiente sicuro e inclusivo, che dia a tutti la possibilità di partecipare. Il modello del Webinar in cui ciascuno presenta il proprio lavoro da scuola o da casa permette a tutti di essere protagonisti e di presentare il risultato delle tante ore di impegno creativo. Se la Rassegna si svolgesse in presenza non potrebbe accogliere tutti i Team (che provengono da tutte le regioni italiane) per ovvie difficoltà organizzative e logistiche. Far funzionare la Rassegna è un lavoro delicato e silenzioso, ma carico di senso per noi e la miglior ricompensa per tutto il lavoro svolto è quella di cogliere, al momento della presentazione, la soddisfazione nei ragazzi che ci fanno vedere il proprio lavoro e che ci raccontano come e perché lo hanno realizzato.
Domanda 4
La Rassegna è anche un laboratorio di cittadinanza attiva. Cosa ti colpisce maggiormente della partecipazione delle scuole e dei team scolastici alle SFIDE di #HackCultura?
Mi colpisce la passione. Dietro ogni progetto c’è un lavoro collettivo, fatto di ascolto, confronto, ricerca. Le scuole diventano così vere comunità educanti. I ragazzi non solo imparano a usare il digitale in modo creativo, ma lo fanno per comunicare valori, diritti, memorie, speranze. È una cittadinanza viva, fatta di voci diverse che trovano spazio e dignità. La cultura digitale non è solo tecnologia, ma un modo nuovo di raccontare e valorizzare ciò che siamo, di sviluppare una creatività che parte dalle proprie radici per immaginare un futuro possibile, inclusivo e moderno. La piattaforma DiCultHer vuole essere la casa digitale di tutto questo: connettere, archiviare, raccontare e, soprattutto, dare continuità a ciò che oggi viviamo come evento, ma che in fondo è identità e patrimonio.