Paolo Russo

Matematico disoccupato da oltre vent’anni, ha occupato il tanto tempo libero baloccandosi con la direzione di società e associazioni in Italia e negli Stati Uniti, quando non era occupato a partecipare ai lavori di commissioni su ICT e Innovazione del Governo italiano o a collaborare con il Department of State Delaware.

Convinto sostenitore dell’eclettismo nell’era digitale, si fa forza delle vaste incompetenze maturate nel corso degli anni nel campo dello sviluppo economico locale, della mediazione culturale internazionale, della conduzione di progetti e organizzazioni, dell’innovazione, dei sistemi informativi geografici, della comunicazione visiva, del fumetto e della programmazione su più piattaforme di quante gli piaccia ricordare.

Da alcuni anni si diverte a lavorare allo sviluppo del concetto di “museater”, applicando modelli quantistici di propagazione dell’energia all’interazione tra gli storylet del mondo interiore del visitatore e le onde narrative emanate da opere d’arte e manufatti archeologici. Ha cominciato con la mostra “Treasures & Tales of Italy’s Art Recovery Team” alla Grand Opera House di Wilmington, Delaware e non si è più fermato.

Ama smodatamente i gatti e tuttavia li biasima perché potrebbero dominare il mondo, ma non ne hanno voglia. Imperdonabile, perché farebbero un lavoro decisamente migliore di noi.

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