Il ventiduesimo Webinar del ciclo di Webinar a “rete” è disponibile nel Canale DiCultHer di YouTube.

Con questo Webinar è stata inaugurata una nuova serie di tre Webinar curata dalla Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali del MIBAC sul tema Competenze istituzionali, giuridiche e ruolo del digitale.

Il contesto, relativo alla Convenzione di Faro, ai suoi impatti su accesso e partecipazione al patrimonio culturale da parte delle comunità e dei cittadini, al ruolo del digitale come ‘spazio’ di interazione e strumento di empowerment, va interpretato – nel caso specifico – con particolare attenzione al ruolo di una PA.

Le tracce suggerite sono state, in quest’ottica, allineate a quanto è possibile restituire sulle iniziative in ambito digitale – in atto e/o in previsione – all’interno della mission istituzionale della DG- ERIC, il cui contributo, articolato in 3 webinar, si attesta, a livello complessivo, su Competenze istituzionali, giuridiche e ruolo del digitale

Webinar 1

Il primo dei tre Webinar si è tenuto il 26 marzo 2021 con il seguente programma:

Prima parte

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Andrea De Pasquale – Dirigente Servizio I – Ufficio Studi

Introduzione

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Diego Aprea – Caterina Paola Venditti

#EFR Beni culturali. La piattaforma integrata della DG-ERIC per l’educazione, la formazione e la ricerca

La partecipazione presuppone la conoscenza e la conoscenza è inefficace se non è condivisa. Ispirato a questo principio, EFR rappresenterà un luogo di incontro e condivisione di esperienze, attività, progetti, iniziative relativi a modalità di accesso al patrimonio, al monitoraggio degli aspetti qualitativi e quantitativi sulla partecipazione culturale, all’individuazione di competenze professionali dedicate e alla costruzione di un quadro di confronto con le prassi sperimentali nazionali e internazionali. Il censimento sistematico delle iniziative inerenti l’educazione, la formazione e la ricerca, dagli istituti centrali e periferici del MiBACT e del MUR, agli Istituti Culturali, alle Regioni e ad altri soggetti pubblici e privati, sta contribuendo a ricomporre un quadro vario e articolato, nel quale sia utenti direttamente coinvolti e interessati che privati cittadini possono ricoprire un ruolo attivo, riscoprendo nella molteplicità delle azioni e nell’accesso all’informazione la natura democratica del diritto al patrimonio culturale. 

Seconda parte

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Antonio Leo Tarasco – Dirigente Servizio II – Istituti culturali 

Cultural heritage”nella Convenzione di Faro e nel diritto interno: dimensione umanistica e rilievo economico

In che rapporti si pone la nozione di cultural heritage accolta nella Convenzione di Faro rispetto all’evoluzione della nozione di patrimonio culturale nel diritto interno e nel diritto internazionale?

È questo uno dei profili su cui si incentrerà la relazione, in cui verrà analizzata anche la reale giuridicità del concetto di “diritto al patrimonio culturale” accolto nella stessa Convenzione e l’ampiezza dell’utilizzabilità del patrimonio culturale a fini economici.

Viviana Di Capua – Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’

La Convenzione di Faro: verso la valorizzazione del patrimonio culturale come Cultural Common

La Convenzione di Faro, adottata dal Consiglio d’Europa il 27 ottobre 2005, entrata in vigore sul piano internazionale il 1 giugno 2011 e recentemente ratificata dall’Italia con legge 1 ottobre 2020, n. 133, ha avviato un processo di revisione del concetto di patrimonio culturale, che cessa così di essere considerato come un oggetto vulnerabile, bisognoso di essere protetto da minacce esterne o isolato dal contesto sociale, per atteggiarsi a “deposito di valori” ed a “capitale sociale” di una certa comunità da preservare, valorizzare e trasmettere alle generazioni future.

Nel disegno delineato dalla Convenzione, è compito della comunità patrimoniale attribuire valore ad alcuni aspetti specifici del patrimonio culturale che essa, nel quadro di un’azione pubblica, desidera sostenere e trasmettere ai posteri (articolo 2, lett. b)).  

In questo modo, la comunità, intesa come insieme di persone legate da alcuni valori culturali, viene posta al centro del processo di creazione, conservazione e fruizione del patrimonio culturale.

La relazione ha l’obiettivo di dimostrare che la Convenzione di Faro ha posto le condizioni giuridiche per la considerazione (e la valorizzazione) del patrimonio culturale come Cultural Common, attribuendo alla comunità il compito di autogestire le risorse locali e definire, insieme alle istituzioni pubbliche, le regole d’uso. A tale scopo, l’analisi sarà condotta alla luce della “teoria dei commons”, partendo dallo studio di Garret Hardin, “The Tragedy of the Commons”, pubblicato nella rivista Science più di cinquant’anni orsono, considerato come il punto di partenza del dibattito contemporaneo sull’argomento. L’intervento terminerà con l’esame di un caso studio, rappresentato dai “Friends of Molo San Vincenzo”, una comunità patrimoniale per il recupero del Molo Borbonico nel Porto di Napoli.