Reti di Scuole “COME COMUNITA’ PATRIMONIALI”

Per l’attuazione della Convenzione di Faro* nell’era digitale (ai sensi dell’l’art. 7 del D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275)

PREMESSA.

Il raggiungimento degli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu) per affrontare la digital transformation che ha avviato in ambito scolastico in particolare un’era dai più definita con il termine Education 4.0., ha imposto, da un lato, alla scuola di reinterpretare i nuovi scenari in cui l’educazione si esprime, di rivedere i metodi, l’innovazione di processo attraverso cui l’innovazione tecnologica impatta nel mondo dell’educazione in relazione ai nuovi linguaggi mediati dalla tecnologia che di fatto stanno modificando gli aspetti epistemologici tipici di ogni percorso di apprendimento: consapevolezza, intelligenza, percezione, intuizione, pensiero, memoria, attenzione, riconoscimento, conoscenza, abilità, comprensione. Dall’altro, affrontare la creazione di contenuti digitali sui quali si sperimenta il raggiungimento di tali obiettivi per superare il concetto stesso di digital transformation e digital divide, verso un digital use divide per passare dalla “confidenza tecnologica” alla “consapevolezza tecnologica” (Dominici, 2015, 405), per affrontare la sicurezza, le questioni legate alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero critico”,  per avere consapevolezza “di cosa cerchiamo, come cercarlo, come valutarlo e come utilizzarlo” cosi come articolato nel processo educativo nel seguente schema di sintesi del DigCompEdu, per fare in modo che le nostre studentesse e i nostri studenti mettano in gioco la loro identità, producono contenuti, praticano il multitasking o task-switching, affrontando, spesso inconsapevolmente, questioni relative a privacy, sicurezza, proprietà intellettuale e anche qualità e veridicità dell’informazione.

La Convenzione di Faro per raggiungere gli obiettivi del DigCompEdu

Con la ratifica anche in Italia della Convenzione di Faro con legge n. 133 del 1° ottobre 2020 emerge la necessità di sostenere il pieno coinvolgimento delle nostre studentesse, dei nostri studenti e dei loro docenti ​nei processi di costruzione identitaria e di cittadinanza attiva partendo proprio dalla Convenzione di Faro e dal riconoscimento del valore della “Cultura Digitale” per Sviluppare la piena consapevolezza nella Comunità educante tutta, del PROPRIO RUOLO nei processi di sviluppo dei territori basati sulla Cultura Digitale, nonché per promuovere laTITOLARITÀ’ CULTURALE” esercitata con diritto e la ‘presa in carico’ di una responsabilità comune e condivisa rispetto al bene comune, che ereditiamo dal passato, e che abbiamo la possibilità di progettare e co-creare oggi nell’ambito degli ecosistemi culturali in cui viviamo, sperimentiamo ed esercitiamo, con la prospettiva di lasciare a nostra volta questa eredità a chi verrà dopo di noi.

La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Convenzione di Faro) insiste infatti sul diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale agganciandolo direttamente alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e, per ciò stesso, rivendicando il valore di diritto fondamentale e inalienabile dei soggetti e delle comunità, come elemento di sviluppo sostenibile economico e culturale, e come strumento basilare di democrazia oltre che di empowerment comunitario.

Riferimenti culturali questi propri del Manifesto Ventotene digitale, della Carta di Pietrelcina sull’educazione all’eredità culturale digitaleelaborata da DiCultHer sul valore culturale delle nuove entità computazionali prodotte nell’Era Digitale contemporanea per dare identità al nuovo Digital Cultural Heritage definito dall’UE nell’Art. 2 delle Conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2014 relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un’Europa sostenibile (2014/C 183/08) e nella visione del New European Bauhaus, di cui #DiCultHer è partner ufficiale, nella visone del Patto educativo globale.

Inoltre e tenuto conto che il 2023 è stato dichiarato l’anno europeo sulle competenze digitaliPer realizzare la transizione digitale ed ecologica di modo che sia socialmente equa, inclusiva e giusta”, tutto l’impianto progettuale delle attività #DiCultHer per l’a.s. 2023-24, ed in particolare delle costituende Reti di Scuole tiene conto anche dell’aggiornamento 2.2 del Digital Competence Framework for Citizen’s (DigComp 2.2) che negli anni ha rappresentato e rappresenta il documento di riferimento per la formazione delle competenze. In tale rilevante documento di riferimento si è ulteriormente sottolineato quanto la competenza digitale sia una delle competenze chiave per l’apprendimento così come già sottolineato nella raccomandazione del Consiglio nel 2018: “La competenza digitale implica l’uso sicuro, critico e responsabile delle tecnologie digitali e il loro impiego nell’apprendimento, nel lavoro e nella partecipazione alla società. Comprende l’alfabetizzazione all’informazione e ai dati, la comunicazione e la collaborazione, l’alfabetizzazione ai media, la creazione di contenuti digitali (compresa la programmazione), la sicurezza (compreso il benessere digitale e le competenze relative alla sicurezza informatica), le questioni relative alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero critico.” (Council Recommendation on Key Competences for Life-long Learning – Raccomandazione del Consiglio sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente, 22 maggio 2018, ST 9009 2018 INIT).

Presupposti questi irrinunciabili per il raggiungimento degli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu) sia per affrontare la digital transformation, sia e soprattutto per superare il concetto stesso di digital transformation e digital divide, verso un digital use divide per passare dalla “confidenza tecnologica” alla “consapevolezza tecnologica” in ambito pedagogico.

Centralità della scuola

In questa prospettiva, diviene imperante favorire e costruire condizioni e opportunità affinché queste capacità critiche e abilità siano conseguite nello spazio formativo scolastico, contribuendo fattivamente alla definizione di una titolarità culturale del patrimonio e a una sua gestione condivisa e consapevole attraverso la sua ‘presa in carico’, per la piena realizzazione di una cittadinanza attiva

Il recente Convegno Educare al e con il patrimonio culturale digitale, promosso e organizzato da #DicultHer nell’ambito dell’ottava Settimana delle Culture digitali Antonio Ruberti (8-13 maggio 2023) ha messo in evidenza la ricchezza di esperienze nel settore dell’Educazione al e con il Patrimonio maturate sia in ambito accademico, scolastico e di ricerca, sia in ambito dei servizi educativi di Biblioteche, Archivi, Musei, Parchi e comunque nei luoghi di cultura.

Ben oltre il semplice utilizzo delle mere tecnologie ICT in funzione abilitante ai fini della valorizzazione – ovvero come strumenti atti a favorire processi di semplice aggiornamento e digitalizzazione dell’esistente, il ‘sapere’ digitale sta offrendo occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come ‘eredità comuni’.

In questo senso, il digitale sta assumendo valenza metodologica ed epistemologica, strutturale e di contesto per una nuova ermeneutica della Cultura e dell’Eredità Culturale per favorire ulteriormente l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi, di apertura alle entità e ai contenuti, di una nuova governance del patrimonio e dei territori e di accesso alle forme stesse del contemporaneo.

Ambiti questi propri dell’Associazione #DiCultHer per veicolare l’uso e la consapevolezza del valore delle tecnologie digitali per la salvaguardia, rappresentazione e valorizzazione e gestione dei patrimoni culturali – materiali e immateriali – sino ad ora rivolti prevalentemente alle ragazze e i ragazzi delle nostre scuole di vario ordine e grado, con progetti e sfide proposte ai docenti per la conoscenza, gli approfondimenti e la restituzione dei saperi e delle emozioni relative ai patrimoni culturali, quale ad esempio le varie edizioni di #HackCultura, l’Hackathon dei ragazzi per la “Titolarità Culturale[1]”.

In piena coerenza con la Convenzione di Faro, nella visone del Patto educativo globale. e con gli obiettivi di #DiCultHer che sin dalla sua costituzione promuove la valorizzazione del patrimonio culturale in tutti suoi aspetti e, in particolare, sostenendo  l’idea che la conoscenza e l’uso del patrimonio, la piena titolarità culturale delle comunità rientrino nel diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale, il nostro auspicio è quello, accanto alle varie attività DiCultHer promosse per l’attuazione della Convenzione nell’era digitale, di riuscire a contribuire fattivamente alla creazione di “Reti di Scuole” che abbiano per oggetto la promozione, sperimentazione, e “la presa in carico” dei principi sottesi nella Convenzione di Faro, che hanno finalità e caratteristiche analoghe con lo scopo di fare rete, di valorizzare le differenze dei vari territori esaltandone lo spirito, ma anche gli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori – DigCompEdu-.

Aspetti da considerare

Per sostenere la Cultura Digitale, attraverso un sistema di strumenti, approcci metodologici, esperienze e best practice che accompagnino le istituzioni scolastiche nel «concretizzare la realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscendo e valorizzando le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno e adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo» nella visone del Patto educativo globale. #DiCultHer fa riferimento a:

a) Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori DigCompEdu-  https://www.itd.cnr.it/doc/DigCompEduITA.pdf;

b) l’anno europeo sulle competenze digitaliPer realizzare la transizione digitale ed ecologica di modo che sia socialmente equa, inclusiva e giusta”;

c) Manifesto Ventotene digitale e Carta di Pietrelcina, L’edizione 2017 Manifesto Ventotene digitale, redatto quale contributo #DiCultHer all’anno europeo del patrimonio culturale (2018), ha rappresentato la base del documento di indirizzo denominato “CARTA DI PIETRELCINAsull’Educazione all’Eredità Culturale Digitale (ed.2019), rappresenta la visione culturale dell’agire di #DiCultHer, per “garantire ai giovani le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro”. (C. Marinucci, M. Rak, Manifesto Ventotene Digitale ed. 2017 e 2021);

d) Digital Cultural Heritage. L’Art. 2 delle Conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2014 relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un’Europa sostenibile (2014/C 183/08) inquadra l’evoluzione che il digitale ha avuto negli ultimi dieci anni, integrando l’insieme del Cultural Heritage con una prima profilazione del nuovo Digital Cultural Heritage (DCH), derivante dalle nuove funzioni culturali che il digitale e la digitalizzazione assumono in quanto futura memoria storica e fonte di conoscenza dell’Era digitale:

“Cultural heritage consists of the resources inherited from the past in all forms and aspects – tangible, intangible and digital (born digital and digitized), including monuments, sites, landscapes, skills, practices, knowledge and expressions of human creativity, as well as collections conserved and managed by public and private bodies such as museums, libraries and archives. It originates from the interaction between people and places through time and it is constantly evolving.

e) New European Bauhaus. Il nuovo Bauhaus europeo esprime l’ambizione dell’UE di creare luoghi, prodotti e stili di vita belli, sostenibili e inclusivi, accelerando così la transizione verde in vari settori della nostra economia e nelle nostre società e altri settori della nostra vita quotidiana. L’obiettivo è fornire a tutti i cittadini l’accesso a beni comuni, favorendo la rigenerazione della natura e la sua biodiversità.

f) Piano d’azione europeo per l’istruzione digitale (2021-2027). Il piano d’azione europeo per l’istruzione digitale (2021-2027) è un’iniziativa politica rinnovata dell’Unione europea (UE) volta a sostenere l’adeguamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri dell’UE all’era digitale. Due settori prioritari

  1. promuovere lo sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale
  2. migliorare le competenze e le abilità digitali per la trasformazione digitale.

g) Piano Nazionale per l’educazione al patrimonio del MiC: Per #DiCultHer, il Piano Nazionale per l’Educazione al Patrimonio Culturale si configura come strumento cardine per assumere le sollecitazioni in atto e rilanciare significati e azioni in ambito educativo, accogliendo la nuova domanda di “Cultura Digitale” e intercettando, nello stesso tempo, le emergenze di settore. Alla base del suo impianto strutturale, si colloca il rinnovato (30 dicembre 2022) Protocollo d’Intesa tra la DGERIC e l’Associazione #DiCultHer, quale sfida prioritaria che chiama in causa l’eredità culturale come diritto individuale e collettivo e come impegno comune nell’elaborare una costruzione di senso intorno al patrimonio, idoneo a produrre consapevolezza dei significati e gestione sostenibile delle risorse.

h) Titolarità Culturale. (introdotta da DiCultHer per #HackCultura, l’Hackathon delle studentesse e degli studenti per lo sviluppo della Cultura digitale e la “titolarità culturale”)

In più passaggi di questo documento si fa espressamente riferimento al concetto di ‘titolarità culturale’ come obiettivo e come prospettiva della conoscenza e presa in carico dei patrimoni culturali, sia a livello territoriale che a più ampio raggio come identitari. Per #DiCultHer, la titolarità culturale, si basa tutta l’attività dell’Associazione, definisce il processo, e la condizione che ne deriva, ossia individui e comunità acquisiscono una progressiva consapevolezza del proprio ruolo e attuano una presa in carico dell’eredità culturale che ricevono dal passato. Tale processo mira a far acquisire e far riconoscere ‘titolo’ agli individui e alle comunità a essere pienamente responsabili dell’eredità culturale, a sentirsene ‘parte’, a sentirla ‘propria’ e a esercitare, superando la posizione di ‘fruitori’ del patrimonio, il ruolo di attori della promozione della sua tutela e della sua valorizzazione.

La riflessione sulla titolarità culturale nelle attività #DiCultHer si fonda sul tema della ‘partecipazione’ e sull’analisi della centralità del suo ruolo nelle politiche legate all’eredità culturale.

Nelle azioni di indirizzo e nelle strategie delle politiche a sostegno del valore dell’eredità culturale, così come nelle prassi di intervento legate al patrimonio, la partecipazione in termini di cittadinanza attiva, pur alla base della Costituzione e della Convenzione di Faro, è di fatto poco perseguita. In tal senso, si evidenzia, come spesso accade per altri principi costituzionali, una separazione tra ciò che è dichiarato e ciò che viene realmente garantito.

Il concetto di ‘partecipazione’, nella sua indeterminatezza costituisce più un’aspirazione, certamente condivisibile, che un elemento utile a interpretare e incidere sui fenomeni, e nella logica della ‘titolarità culturale’ il potenziale creativo può essere espresso non tanto e non solo nella produzione dei contenuti, ma, in primo luogo, nella capacità di gestirli, organizzarli e fare proprio il bagaglio di conoscenza che essi veicolano. (Manifesto Ventotene digitale, ed.2017-19)

h) Digital STHEAM. Una sfida tra creatività (digitale) arte, Humanities e STEM, e tra imprenditorialità, sviluppo e lavoro e l’introduzione al pensiero logico e computazionale e la familiarizzazione con gli aspetti operativi delle tecnologie informatiche. Una sfida per sostenere il passaggio “from STEM to STEAM “, in cui viene incorporata la lettera “A” di “Arte e Design” negli approcci alle STEM per sostenere l’innovazione attraverso la creatività sottesa all’Arte e al Design. L’arte ispira la creatività, la creatività stimola l’innovazione e l’innovazione è necessaria per creare il nostro futuro. La proposta di DiCultHer dell’inclusione delle scienze umane (H) nelle STEAM ha l’obiettivo di sviluppare i valori delle SHTEAM nella società, con un approccio che pone alla base dell’innovazione tanto la rimozione delle barriere disciplinari e di genere, quanto l’attenzione per il rapporto con gli elementi strutturanti la Cultura contemporanea europea, ovvero la Storia, il sedime antropologico di cui è espressione la Cultura materiale, il Patrimonio Culturale immateriale, intangibile e digitale, l’Ambiente di vita, con i suoi strumenti e metodi di governo del territorio, con i valori della Natura, con le presenze di valore e significato, ovvero con i realia che testimoniano dell’esercizio, “nel tempo e nel luogo” di quelle consuetudini espressive, di quei lessici tipici, che presiedono alla costruzione dei diversi Paesaggi.

i) L’Articolo 13 della Convenzione di Faro che impegna le parti a:

  • facilitare l’inserimento della dimensione dell’eredità culturale in tutti i livelli di formazione, non necessariamente come argomento di studio specifico, ma come fonte feconda anche per altri ambiti di studio;
  • rafforzare il collegamento fra la formazione nell’ambito dell’eredità culturale e la formazione professionale;
  • incoraggiare la ricerca interdisciplinare sull’eredità culturale, sulle comunità di eredità, sull’ambiente e sulle loro interrelazioni;
  • incoraggiare la formazione professionale continua e lo scambio di conoscenze e competenze, sia all’interno che fuori dal sistema educativo.

l) l’Art. 3 della legge n. 133 del 1° ottobre 2020 di autorizzazione alla Ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005, prevede misure attuative da stabilire con un   decreto   del   Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con i Ministri per i beni e le attività’ culturali e per il turismo e degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

PROPOSTA PER UNA RETE DI SCUOLE PER PROMUOVERE:

La Scuola come comunità patrimoniale per l’attuazione della Convenzione di Faro nell’era digitale

Lo scopo è creare “Reti di Scopo(ai sensi dell’l’art. 7 del D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275) costituite da Scuole e/o Reti di Scuole già esistenti per l’attuazione della Convenzione di Faro, nella prospettiva della piena cittadinanza digitale e per la promozione della “Titolarità Culturale e dei processi formativi”, attraverso azioni sperimentali di innovazione didattica e azioni formative e educative per sostenere la diffusione sul territorio nazionale di una radicale innovazione metodologica e didattica nelle scuole, coerente con il Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu) con il il Piano Nazionale per la Scuola Digitale del MIM, il Piano d’azione europeo per l’istruzione digitale (2021-2027), il Piano Nazionale per l’educazione al patrimonio del MiC, il New European Bauhaus, le Digital SHTEAM nella visone del Patto educativo globale.

Le Reti dovranno sia facilitare la disseminazione delle buone pratiche di didattica innovativa e digitale nell’ambito di iniziative territoriali sia incoraggiare la riflessione sull’etica e sui metodi di presentazione del patrimonio culturale, nonché il rispetto per la diversità delle interpretazioni.

In questo contesto le Reti dovranno integrare questi metodi   in   tutti   gli   aspetti dell’educazione e della formazione permanente, anche ai fini di arricchire i processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell’uso del territorio, promuovendo un approccio integrato alle politiche che riguardano la diversità culturale, biologica e paesaggistica.

Azioni delle Reti

Le “Reti” hanno il compito di promuovere azioni mirate per favorire la sperimentazione e la diffusione su tutto il territorio nazionale di metodologie didattiche radicalmente innovative attraverso la realizzazione delle seguenti attività integrate:

  1. sperimentazione di azioni pilota trasversali alle discipline per la presa in carico e il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti nei percorsi didattici, nella prospettiva della “Titolarità Culturale e dei processi formativi” per l’attuazione della Convenzione di Faro;
  2. progettazione di un ecosistema digitale innovativo a disposizione delle studentesse, degli studenti, delle docenti, dei docenti.
  3. progettazione e messa a disposizione, in un’ottica di co-creazione, della strumentazione digitale per la progettazione e la realizzazione di risorse educative per le scuole della rete e per tutte le istituzioni scolastiche interessate;
  4. progettazione e messa a disposizione di percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) da inserire nel piano triennale dell’offerta formativa dell’istituzione scolastica come parte integrante dei percorsi di istruzione
  5. progettazione e messa a disposizione di risorse educative aperte per le scuole della rete e per tutte le istituzioni scolastiche interessate
  6. promozione di azioni strategiche per lo sviluppo della cittadinanza, della creatività e dell’imprenditività digitali;
  7. supporto, accompagnamento, mutual learning fra i docenti per l’adozione di metodologie didattiche innovative e il loro inserimento nel curricolo;
  8. scambi di buone pratiche e di metodologie fra docenti;
  9. documentazione, diffusione e disseminazione delle azioni a livello nazionale e internazionale;
  10. coordinamento con il sistema di accompagnamento delle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, il Piano d’azione europeo per l’istruzione digitale (2021-2027), il Piano Nazionale per l’educazione al patrimonio, del MiC e il Digital Competence Framework for Citizen’s (DigComp 2.2), nella visone del Patto educativo globale.

Metodologie didattiche e di governance

Le azioni saranno attuate attraverso un sistema di empowerment dedicato a fornire le adeguate conoscenze, abilità e competenze metodologiche e tecnologiche necessarie all’attivazione della ‘presa in carico’ dei percorsi formativi da parte delle studentesse e degli studenti necessaria a sperimentare forme di affrancamento dalla logica della fruizione in cui sono tradizionalmente collocate/i le discenti e i discenti.

Centrale a questo riguardo sarà dotare le studentesse e gli studenti delle competenze per l’organizzazione, in un quadro interdisciplinare, dei contenuti e della conoscenza acquisita nei diversi ambiti disciplinari, come condizione e presupposto per l’acquisizione della Titolarità dei processi formativi in cui sono coinvolti. In questo senso saranno di riferimento le indicazioni del Digital Competence Framework for Citizen’s (DigComp 2.2, recentemente aggiornato anche in considerazione che il 2023 è stato dall’UE, anno delle competenze digitali.

Le azioni si svilupperanno, in presenza e a distanza nel rispetto in termini di attività laboratoriali, #hackathon, contest e didattica, sostenuti dall’ecosistema digitale sviluppato.

*) La Convenzione di Faro definisce il patrimonio culturale come: “un insieme di risorse ereditate dal passato che alcune persone identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, costantemente in evoluzione. Esso comprende tutti gli aspetti dell’ambiente derivati dall’interazione nel tempo fra le persone e i luoghi” (art. 2). Si introduce, così, una definizione ampia e dinamica di patrimonio culturale non più circoscritta (a differenza della Convenzione del 1972 sulla protezione sul piano mondiale del patrimonio culturale e naturale) ai beni artistici e storici, ma estesa ai valori, credenze, saperi, tradizioni e a ” tutti gli aspetti dell’ambiente derivati dall’interazione nel tempo fra le persone e i luoghi”. Un ulteriore elemento di novità è rappresentato dal ruolo di primo piano assegnato alle persone, le quali divengono parti attrici nell’individuazione delle “risorse ereditate dal passato“. Come è stato opportunamente evidenziato la Convenzione di Faro capovolge la nostra tradizionale prospettiva di identificazione di ciò che riveste interesse culturale che avviene attraverso l’attività delle popolazioni e non più solo dei sovrintendenti. Muta inoltre la prospettiva della conservazione del patrimonio culturale non più solo finalizzata a preservare il valore scientifico di quest’ultimo, ma altresì a garantire lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita.


[1] https://www.diculther.it/hackcultura2020-lhackathon-degli-studenti-per-la-titolarita-culturale/