Attuazione del gender mainstreaming (GM)

nelle Istituzioni scolastiche

Executive Summary

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di avvicinare le nostre studentesse alla “Cultura Digitale“, intesa come consapevolezza ampia di cosa rappresenti oggi l’innovazione digitale e di come essa possa essere una opportunità per “guardare là dove sorge il sole” del loro futuro, sia esso di studi che di lavoro, in tutti i settori culturali, civili, sociali ed economici. Ma anche come acquisizione della consapevolezza del proprio ruolo per essere protagoniste del loro futuro nell’esercizio dei loro DIRITTI, come il diritto all’accesso alla cultura, l’accesso ai saperi, all’istruzione, all’innovazione, al lavoro.

Per la nostra Associazione #DiCultHer, gli obiettivi plurimi sottesi al CantiereRagazze Digitali” rappresentano il modus operandi dell’Associazione stessa, ancorché un modo sostanziale  per massimizzare le attività di orientamento nelle sue diverse dimensioni (diffusione delle informazioni, formazione, facilitazione alle scelte e sostegno all’inserimento negli ambienti di studio e di lavoro), collocandosi in ottica di gender mainstreaming.

Una SFIDA, a breve, medio e lungo periodo,  fatta di specifiche azioni e approfondimenti di diverso livello  e spessore, che ha l’obiettivo di facilitare –o almeno tentare- una organicità di approccio per sostenere le scelte che le nostre studentesse sono chiamate a fare già nel passaggio dalla scuola superiore di I grado a quella di II grado, sia per il proseguimento degli studi post diploma, fino alle scelte nel mondo del lavoro. Per #DiCultHer anche una grande opportunità per «(ri)organizzare, migliorare, sviluppare e valutare le nostre tradizionali attività di promozione della “Cultura Digitale” in ambito scolastico, in modo tale che la prospettiva della parità di genere sia incorporata in tutte le azioni che #DiCultHer promuove, affinché le nostre studentesse siano protagoniste e “titolari del loro percorso di formazione“.

Ragazze Digitali quindi un vero e proprio “Cantiere” per sottolineare ulteriormente come l’introduzione delle tecnologie digitali abbia avviato una fase che molti analisti considerano epocale per lo sviluppo civile, sociale e produttivo, ma anche, e soprattutto, una occasione per la rimozione delle barriere disciplinari (per andare oltre le STEM) nei processi di insegnamento/apprendimento. Significativo in questo senso le attività di ricerca-azione  riguardanti soluzioni digitali per supportare percorsi interdisciplinari per il Corpo Docente del nostro Sistema scolastico, che ha preso avvio con il webinar del 12 c.m[1].

In questa direzione, ciò che ci sembra rilevante è il fatto non più rinviabile del riconoscere il valore culturale e formativo  alla “Cultura Digitale” come conoscenza consapevole del digitale, delle tecnologie ad esso collegate e degli strumenti e tecniche di comunicazione rese disponibili dal digitale stesso per acquisire competenze mediali utili al raggiungere di obiettivi culturali,  formativi e di crescita sociale e imprenditoriale delle nostre ragazze, ma anche opportunità in tutti i settori economici in cui ci si trovi ad operare.

Una sfida ben più ampia e strutturata di quella che il sentire comune sintetizza nell’uso critico della Rete, dell’AI e/o dell’informatica alla base delle discussioni per attenuare il Gender Gap. Una sfida da affrontare partendo da un’idea di competenze allineate al ventunesimo secolo: fatta di nuove alfabetizzazioni, ma anche e soprattutto di competenze trasversali, di creatività e di attitudini da sviluppare, con particolare attenzione al rafforzamento delle competenze relative alla comprensione e alla produzione di contenuti complessi e articolati anche all’interno dell’universo comunicativo digitale, nel quale a volte prevalgono granularità e frammentazione.

In questo contesto, le collaborazioni con Stati Generali delle Donne, con PA SocialMedia Duemila, l’Osservatorio TuttiMedia, con INDIRE, LutiniX.Com, STAMEN editore, Campus Orienta – Il Salone dello studente e con l’Osservatorio Interuniversitario sugli Studi di Genere, Parità e Pari Opportunità degli Atenei romani, si pone in perfetta continuità ed integrazione con l’agire di #DiCultHer negli anni per sostenere, realizzare e qualificare ulteriormente il rapporto tra il mondo della Scuola, dell’Università e delle Imprese per realizzare continuità nel processo formativo e, soprattutto, integrazione della formazione con il tessuto sociale e produttivo di riferimento anche alla luce delle trasformazioni della società e del mercato del lavoro nazionale e internazionale.


[1] https://www.diculther.it/blog/2024/01/06/webinar-89-12-gennaio-2024-interdisciplinarieta-per-la-titolarita-dei-processi-formativi/

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CONTESTO

La raccomandazione del Consiglio europeo nel lontano 2018 si esprimeva in questi termini: “La competenza digitale implica l’uso sicuro, critico e responsabile delle tecnologie digitali e il loro impiego nell’apprendimento, nel lavoro e nella partecipazione alla società. Comprende l’alfabetizzazione all’informazione e ai dati, la comunicazione e la collaborazione, l’alfabetizzazione ai media, la creazione di contenuti digitali (compresa la programmazione), la sicurezza (compreso il benessere digitale e le competenze relative alla sicurezza informatica), le questioni relative alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero critico.” (Council Recommendation on Key Competences for Life-long Learning, 22 maggio 2018, ST 9009 2018 INIT).

La Commissione Europea, già nella strategia di Lisbona[1], e successivamente nei recenti documenti conseguenti l’attuazione della Strategia “Europa 2020”[2], ha ritenuto che le disparità legate alle diversità di genere siano un elemento di debolezza sociale e del mercato del lavoro del nostro Continente nel quadro di una economia mondiale sempre più basata sulla conoscenza. Di conseguenza ha avviato da oltre venti anni specifiche politiche per favorire il riequilibrio nella rappresentanza dei due generi nelle attività scientifiche e  tecnologiche e non solo.

In questo senso, pur proseguendo lungo la strada del rafforzamento normativo attraverso l’approvazione di direttive, di azioni positive, con la definizione di nuovi programmi, l’Unione europea riconosce il gender mainstreaming come strumento fondamentale per la realizzazione della parità tra i sessi (Gender Equality).  Si stratta di una strategia politica che consiste nel sistematico inserimento e considerazione del punto di vista di genere in tutte le politiche comunitarie. Il gender mainstreaming è un concetto rivoluzionario perché, oltre a portare la dimensione di genere in tutte le politiche comunitarie, richiede l’adozione di una prospettiva di genere da parte di tutti gli attori del processo politico, anche di quelli che non hanno esperienza o interesse nell’ambito delle “questioni di genere”[3].

 “Garantire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro”. (Manifesto Ventotene Digitale ed. 2017 e 2021).

Indicazioni di scenario queste “Per realizzare la transizione digitale ed ecologica in modo che sia socialmente equa, inclusiva e giusta”, nel contesto del Digital Competence Framework for Citizen’s (DigComp 2.2che negli anni ha rappresentato e rappresenta il documento di riferimento per la formazione delle competenze. 

Presupposti questi irrinunciabili per il raggiungimento degli obiettivi del  Cantiere “Ragazze Digitali” e per il raggiungimento degli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu). Il raggiungimento infatti degli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu) per affrontare la digital transformation,  ha imposto e sta imponendo alla scuola di reinterpretare nuovi scenari in cui l’educazione si esprime, di rivederne i metodi e i processi, l’innovazione di processo attraverso cui l’innovazione tecnologica impatta nel mondo dell’educazione in relazione ai nuovi linguaggi mediati dalla tecnologia che di fatto stanno modificando gli aspetti epistemologici tipici di ogni percorso di apprendimento: consapevolezza, intelligenza, percezione, intuizione, pensiero, memoria, attenzione, riconoscimento, conoscenza, abilità, comprensione. Nel contempo, queste prospettive stanno facendo emergere l’opportunità/necessità di affrontare la creazione di contenuti digitali sui quali si sperimenta il raggiungimento di tali obiettivi per superare il concetto stesso di digital transformation e digital divide, per passare dalla “confidenza tecnologica” alla “consapevolezza tecnologica” (Dominici, 2015, 405), per affrontare le questioni legate alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi legati alla sicurezza,  il pensiero “critico”,  e, in definitiva, per avere consapevolezza “di cosa cerchiamo, come cercarlo, come valutarlo e come utilizzarlo” così come articolato nel processo educativo nel seguente schema di sintesi del DigCompEdu, per fare in modo che le nostre studentesse e i nostri studenti si mettano in gioco con le loro identità, producono contenuti, praticano il multitasking o task-switching, affrontando, a volte inconsapevolmente, questioni relative a privacy, sicurezza, proprietà intellettuale e anche qualità e veridicità dell’informazione.

In questo senso, per #DiCultHer diviene imperante favorire e costruire condizioni e opportunità affinché queste capacità e abilità siano conseguite nello spazio formativo scolastico, contribuendo fattivamente alla definizione di una titolarità culturale della formazione, e le proposte #DiCultHer, vogliono rappresentare il riferimento pedagogico per valorizzare le potenzialità e la creatività delle nostre studentesse e degli studenti, l’alfabetizzazione all’informazione e ai media, la comunicazione e collaborazione digitale, l’esercizio del pensiero e del giudizio critico in merito al rapporto con le tecnologie digitali e dell’Intelligenza Artificiale “per esplorare, discutere e plasmare un futuro bello, sostenibile e inclusivo”.

Per il raggiungimento di tali obiettivi, ci aiuta la recente Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale (2023/C 23/01) da parte del Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale, per “Mettere le persone al centro della trasformazione digitale ai fini di porle nelle condizioni di perseguire le loro aspirazioni, nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali”.


Sono questi i presupposti irrinunciabili per il raggiungimento degli obiettivi sottesi al Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu) e del Cantiere “Ragazze Digitali”.

Cantiere Ragazze Digitali è la SFIDA che #DiCultHer ha raccolto per orientare agli studi e al lavoro, le studentesse della scuola primaria secondaria di qualsiasi Istituto di scuola secondaria di II grado per attuare il gender mainstreaming.

L’obiettivo è quello di avvicinare le ragazze alla “Cultura Digitale“, intesa come consapevolezza ampia di cosa rappresenti oggi l’innovazione digitale e di come essa possa essere una opportunità per “guardare là dove sorge il sole” del loro futuro, sia esso di studi che di lavoro, in tutti i settori culturali, civili, sociali ed economici. Ma anche come consapevolezza del loro ruolo che hanno e sempre di più debbono possedere per essere protagoniste del loro futuro nell’esercizio dei loro DIRITTI, come l’accesso alla cultura, l’accesso ai saperi, all’istruzione, all’innovazione, al lavoro.

Diritti questi fondamentali garantiti da numerosi atti giuridici, a cominciare dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU, che all’articolo 27 recita che “ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici“, oltre che naturalmente dalla nostra Costituzione.

Per #DiCultHer, gli obiettivi sottesi al “Cantiere Ragazze Digitali” rappresentano il modus operandi dell’Associazione stessa sia dalla sua costituzione nel 2015 e vuole massimizzare le attività di orientamento nelle sue diverse dimensioni (diffusione delle informazioni, formazione, facilitazione alle scelte e sostegno all’inserimento negli ambienti di studio e di lavoro) e viene a collocarsi come asse portante nell’ambito delle iniziative che #DiCultHer ha assunto nel corso di questi ultimi anni in ottica di gender mainstreaming

Una SFIDA che ha l’obiettivo di facilitare –o almeno tentare- una organicità di approcci nei processi educativi e formativi, per la piena attuazione del gender mainstreaming nelle scelte che le nostre studentesse sono chiamate a fare già nel passaggio dalla scuola superiore di I grado a quella di II grado, sia per il proseguimento degli studi post diploma, fino alle scelte nel mondo del lavoro.

GENDER MAINSTREAMING (GM)

Ma che cosa significa attuare il gender mainstreaming come base del Cantiere Ragazze Digitali? Coerentemente con le indicazioni della Commissione Europea, per #DiCultHer sarà «la (ri)organizzazione, il miglioramento, lo sviluppo e la valutazione dei processi educativi in atto, in modo tale che la prospettiva della parità di genere sia incorporata in tutte le azioni di #DiCultHer, a tutti i livelli, in tutti gli ambiti delle attività e progettualità, in modo da consentire di integrare il punto di vista femminile in ogni azione affinché le studentesse siano protagoniste e “titolari del loro percorso di formazione” e che riescano ad affermare le loro idee e le loro priorità, tra cui la particolare propensione femminile verso la salvaguardia dell’ambiente [Per un approfondimento sull’Ecofemminismo, cfr. a cura di Laura Cima, Franca Marcomin, L’ ecofemminismo in Italia. Le radici di una rivoluzione necessaria, Il Poligrafo 2017, e  https://www.unive.it/pag/31491/].

L’attuazione del Gender Mainstreaming richiede e implica una vera “rivoluzione” culturale in quanto consente di superare gli stereotipi tradizionali basati su pregiudizi che vedono gli interessi delle donne “naturalmente” rappresentati dagli uomini, perché già compresi in quelli maschili [Jeremy Bentham, filosofo inglese considerato da alcune/i il “padre del femminismo”, riteneva che le donne non avessero bisogno del diritto di voto, né tantomeno di essere elette, in quanto i loro interessi erano comunque rappresentati dagli uomini. Per un approfondimento si veda di Lea Campos Boralevi, Jeremy Bentham padre del femminismo, Carucci, 1984]. Atteggiamento che nega visibilità e valenza culturale, sociale ed economica alle donne e alle specificità femminili e che emerge con chiarezza nel persistere dell’uso del maschile universale e della definizione al maschile di ruoli e professioni apicali, o prestigiose, nel linguaggio. Attuare una rivoluzione culturale tuttavia non è semplice: per agire convintamente per il raggiungimento di un obiettivo riconosciuto importante (mainstream) è necessario comprendere la questione in tutti i suoi aspetti.

Per tale motivo sono fondamentali gli studi e le ricerche condotti in “ottica di genere”, vale a dire secondo metodologie di indagine, analisi e interpretazione che consente di comprendere in che modo l’organizzazione sociale delle relazioni tra i sessi abbia dato origine, nei diversi periodi e contesti, a gerarchie e ruoli sessuali e all’attribuzione delle attività considerate più adatte agli uomini e alle donne [Joan W.Scott, Il Genere: un’utile categoria di analisi storica, in “Rivista di storia contemporanea”, n. 4, 1987].

Per #DiCultHer, che ha sempre agito nella dimensione del Gender Mainstreaming, si veda il recente approfondimento: A scuola di opportunità: gender school. Gender Mainstreaming e innovazione sociale. Le culture digitali nell’era dell’algoritmo, a cura di Laura Moschini in “Cultura Digitale. Relazione, Empatia. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale. Ed STAMEN, 2023 ISBN 9791281045293, ma anche Gender mainstreaming, culture digitali, sostenibilità: da STEM a Digital SHTEAM, di laura Moschini, in Culture Digitali, anno 1°, n. 1, settembre-ottobre 2021 e La visione delle donne nello sviluppo sostenibile dei territori, nel New European Bauhaus, di Isa Maggi, in Culture Digitali, anno 2°, n. 6, luglio-settembre 2022;

LE COLLABORAZIONI

In questo contesto, le collaborazioni con Stati Generali delle Donne, con PA Social, Media Duemila, l’Osservatorio TuttiMedia, con INDIRE, Campus Orienta – Il Salone dello studente, STAMEN editore, con l’Osservatorio Interuniversitario sugli Studi di Genere, Parità e Pari Opportunità degli Atenei romani, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ANVUR, si pone in perfetta continuità ed integrazione con l’agire di #DiCultHer per sostenere, realizzare e qualificare ulteriormente il rapporto tra il mondo della Scuola, dell’Università e delle Imprese per realizzare continuità nel processo formativo e, soprattutto, integrazione della formazione con il tessuto sociale e produttivo di riferimento anche alla luce delle trasformazioni della società e del mercato del lavoro nazionale e internazionale.

Nell’azione ministeriale in tema di orientamento avviata sin dagli anni ‘90, la separazione fra scuole e università, e fra queste ed altre istituzioni locali e il mondo del lavoro, costituisce uno degli asset prioritari affrontato sia attraverso una riflessione teorica, sia con la sperimentazione di soluzioni operative, che partono da lontano con il documento “L’orientamento nelle scuole e nelle università”. Approvato dalla Commissione interministeriale di cui all’art. 4 della legge n. 168/89 (istitutiva del Ministero dell’Università e della Ricerca), nonché nel “Regolamento in materia di accessi all’istruzione universitaria e di connesse attività di orientamento” del 21 luglio 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 luglio 1997 e i relativi atti di indirizzo emanati dal MURT/MPI sin dall’agosto 1997.

Azione poi continuata nel corso degli anni fino all’ultimo atto il DM n. 328/2022, che introduce la figura del “Tutor” per l’orientamento in ciascuna Scuola secondarie di secondo grado, attraverso percorsi formativi on line e in parte in presenza. Riforma, prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), cui è seguito il DM n. 328/2022, con il quale il Ministero ha adottato le Linee guida per l’orientamento, finalizzate all’attuazione della riforma, i cui obiettivi sono rappresentati da:

  • rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione per una scelta consapevole e ponderata (della scuola secondaria di II grado), tale da valorizzare le potenzialità e i talenti degli studenti;
  • contribuire alla riduzione della dispersione scolastica;
  • favorire l’accesso alle opportunità formative dell’istruzione terziaria.

Ciò che appare rilevante in queste iniziative ministeriali sono, da una parte le indicazioni teoretiche, dall’altra l’organicità delle azioni auspicate. La stessa definizione di orientamento contenuta nel documento citato “L’orientamento nelle scuole e nelle università “, appare significativa e tuttora valida e di riferimento per questo “cantiere” sulle Ragazze Digitali: “l’orientamento consiste in un insieme di attività che mirano a formare e/o a potenziare nelle giovani capacità che permettano loro non solo di scegliere in modo efficace il proprio futuro, ma anche di partecipare attivamente negli ambienti di studio e di lavoro scelti. Tali capacità riguardano, infatti, la conoscenza di sé stessi e della realtà sociale ed economica, la progettualità, la organizzazione del lavoro, il coordinamento delle attività, la gestione di situazioni complesse, la produzione e la gestione di innovazione, le diverse forme di comunicazione e di relazione interpersonale, l’auto-aggiornamento ecc.. … le capacità indicate sono rilevanti in un periodo storico nel quale viviamo in quanto favoriscono una partecipazione sempre più matura ai processi educativi e, successivamente, costituiscono componenti necessarie della cittadinanza e della professionalità”.

Ragazze Digitali quindi un “Cantiere” per sottolineare ulteriormente come l’introduzione delle tecnologie digitali abbia avviato una fase che molti analisti considerano epocale per lo sviluppo civile, sociale e produttivo, ma anche, e soprattutto, una occasione per la rimozione delle barriere disciplinari (per andare oltre le STEM) nei processi di insegnamento/apprendimento.

In questa direzione, ciò che sembra rilevante è il fatto non più rinviabile del riconoscere il valore culturale e formativo  della “Cultura Digitale” come conoscenza consapevole del digitale, delle tecnologie ad esso collegate e degli strumenti e tecniche di comunicazione rese disponibili dal digitale stesso per acquisire competenze mediali utili al raggiungere di obiettivi culturali,  formativi e di crescita sociale e imprenditoriale delle nostre ragazze, ma anche opportunità in tutti i settori economici in cui ci si trovi ad operare.

Una sfida ben più ampia e strutturata di quella che il sentire comune sintetizza nell’uso critico della Rete, o nell’informatica e che è alla base delle discussioni per attenuare il Gender Gap. Una sfida da affrontare partendo da un’idea di competenze allineate al ventunesimo secolo: fatta di nuove alfabetizzazioni, ma anche e soprattutto di competenze trasversali, di creatività e di attitudini da sviluppare, con particolare attenzione al rafforzamento delle competenze relative alla comprensione e alla produzione di contenuti complessi e articolati anche all’interno dell’universo comunicativo digitale, nel quale a volte prevalgono granularità e frammentazione.

Significative, al riguardo, le trasformazioni che hanno investito l’intero ecosistema cultura: dall’ormai acquisita identificazione del digitale stesso come dimensione di contesto e fattore strategico richiamata dalla Nuova agenda europea per la cultura (COM 2018 – 267 final), dal Quadro d’azione europeo sul patrimonio culturale, (NC-03-19-331-EN-N del 27.05.2019) nonché, ancora di recente, e in particolare come leva  creativa, dalla Dichiarazione di Roma dei Ministri della cultura del G20 (30.07.2021) fino alle sfide per il post-pandemia, con gli interventi, in capo alla Commissione Europea, del Next Generation Eu e del New European Bauhaus, di cui #DiCultHer è partner ufficiale.

Ulteriori iniziative per incentivare trasformazione, conservazione e riutilizzo del patrimonio digitale europeo in settori chiave, economici, culturali e creativi sono la ‘Raccomandazione (UE) 2021/1970 della Commissione del 10 novembre 2021 relativa a uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale’ e l’avvio di un dialogo con gli Stati membri (21 giugno 2022) per la creazione di un cloud collaborativo europeo per il patrimonio culturaleda realizzarsi nel quadro dell’iniziativa Horizon Europe (2021-2027) mediante un’unica infrastruttura e tecnologie avanzate per la digitalizzazione dei manufatti, lo studio delle opere d’arte e la documentazione dei dati.

Una serie di passaggi che, mentre sono andati favorendo il superamento dell’approccio al digitale come ‘rivoluzione’, come insieme di applicativi, hanno di fatto abilitato il suo riconoscimento, operato nell’ambito delle  Conclusioni del Consiglio europeo nel 2014, quale parte integrante delle risorse ereditate dal passato – nella duplice accezione di digitale nativo e di prodotti/servizi derivati dai processi di digitalizzazione – e quale fattore incrementale delle strategie di accesso e partecipazione al patrimonio e ai luoghi della cultura, dando luogo ad una vera e propria ‘svolta’, finalizzata a comporre implicazioni culturali, aspetti gestionali, soluzioni tecnologiche e profili giuridici in un insieme entro cui operare in maniera strutturata.

In particolare, al centro di politiche e programmi europei sono attualmente i processi di digitalizzazione, generativi di nuovi modelli di espressione, conservazione e diffusione del patrimonio e della sua  crescente rilevanza dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. I cambiamenti cui le organizzazioni culturali sono chiamate a rispondere in termini di adeguamento degli standard di studio, conservazione, valorizzazione e comunicazione, la costruzione di profili di competenze innovativi e trasversali coerenti con i modelli di occupabilità giovanile e l’adozione di infrastrutture digitali in grado di interoperare con altre infrastrutture nazionali, europee ed internazionali.

Attività Chiave del “Cantiere Ragazze Digitali”

A scuola di opportunità: DiCultHer Academy

Linee di indirizzo

a) Digital STHEAM: per un ecosistema sostenibile” mirato ad approfondire i diversi aspetti della digitalizzazione del patrimonio culturale e della cultura digitale per la rimozione delle barriere disciplinari e di genere, tramite attività formative ad impostazione eminentemente laboratoriale, attraverso la sperimentazione di una “pedagogia di genere” come risposta alle emergenze educative, svolte in interazione con ricercatori e tecnologi esperti provenienti dai contesti dell’alta formazione, della ricerca e dell’innovazione afferenti alla Rete DiCultHer.

b)Artificial Intelligence and Gender Equality” in relazione alle indicazioni contenute nel recente rapporto delle Nazioni Unite che fornisce una panoramica sul ruolo dell’IA nella promozione dell’uguaglianza di genere, nonche per l’attuazione delle indicazioni della Commissione Europea per “Un’Europa garante della parità di genere”.

c) Tecnologie Blockchain. Esplorare, analizzare ed approfondire tutti gli aspetti fondamentali della tecnologia blockchain attraverso un confronto continuo con i docenti-trainer, tra i  più qualificati e rappresentativi esperti di applicazioni blockchain che trasferiranno competenze, esperienze, casi e soluzioni per acquisire un innovativo bagaglio professionale indispensabile per chi opera o vuole operare da protagonista in ambito blockchain.

d) Monitoraggio e analisi delle differenze di genere riguardo ragazze e ragazzi in età scolare, di 15 anni tramite i dati Pisa 2022 circa l’interesse verso la Cultura digitale sia per ciò che riguarda l’utilizzo della tecnologia digitale per lo svolgimento delle attività scolari, sia alla prospettiva di conoscere ed utilizzare risorse digitali in ottica lavorativa, a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

e) “Effetto Matilda”. Alla scoperta dell’effetto Matilda nel settore della Cultura. Tradizionalmente l’effetto Matilda si è riferito e si riferisce alla puntuale minimizzazione dei risultati scientifici conseguiti dalle donne, i cui studi sono stati spesso attribuiti ai loro colleghi uomini, non a causa della scarsa qualità scientifica del loro lavoro, ma per motivi di genere. (Il nome “Matilda” fa riferimento a Matilda Joslyn Gage, attivista americana per i diritti delle donne che osservò il fenomeno nel XIX secolo)

f) Webinar, Workshop

f.1 Focalizzazione dei tradizionali webinar #DiCultHer sui temi del Gender Mainstreaming e sul Digital STHEAM (Digital Science, Technology, Humanities, Engineering, Arts And Mathematics) per guardare ad un approccio che pone alla base dell’innovazione sociale la rimozione delle barriere disciplinari e di genere, per sostenere l’attitudine al cambiamento attraverso la consapevolezza che il digitale può esserne una formidabile leva. In questo paradigma, le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio delle attività orientate alla formazione e all’apprendimento, coerenti e anticipatrici della discussione in Europa per ciò che riguarda l’istruzione, la formazione, la parità di genere, le pari opportunità.

f.2 Avvio della SCUOLA IN GENDER MAINSTREAMING NEL DIGITAL SHTEAM

g) Concorsi e Hackathon

Già l’attuale #HackCultura,  l’hackathon delle studentesse e degli studenti per la titolarità culturale, giunto in questo anno scolastico 2023-24 alla sua sesta edizione, rappresenta un impegno strategico di #DiCultHer finalizzato alla promozione della Cultura digitale attraverso lo sviluppo di progetti digitali da parte delle studentesse e degli studenti delle scuole italiane ed europee e si colloca in un contesto di proposte progettuali di metodologie innovative per la promozione della Cultura digitale.

In questo senso, #HackCultura, nato per garantire contesto e sviluppi attuativi al «diritto di ogni cittadino ad essere educato alla conoscenza e all’uso responsabile del digitale per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e dei luoghi della cultura “, già tratta in varie SFIDE, il gender mainstreaming e l’innovazione sociale quali “sfide” da affrontare da parte di studentesse e studenti. L’occasione di “Ragazze Digitali”, rappresenterà l’ulteriore focalizzazione di #HakCultura per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle NU, ma anche è soprattutto le raccomandazioni del Consiglio europeo nel lontano 2018 che si esprimeva: “La competenza digitale implica l’uso sicuro, critico e responsabile delle tecnologie digitali e il loro impiego nell’apprendimento, nel lavoro e nella partecipazione alla società. Comprende l’alfabetizzazione all’informazione e ai dati, la comunicazione e la collaborazione, l’alfabetizzazione ai media, la creazione di contenuti digitali (compresa la programmazione), la sicurezza (compreso il benessere digitale e le competenze relative alla sicurezza informatica), le questioni relative alla proprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero critico.” (Council Recommendation on Key Competences for Life-long Learning – Raccomandazione del Consiglio sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente, 22 maggio 2018, ST 9009 2018 INIT).

Valorizzazione e capitalizzazione delle esperienze effettuate sia attraverso una costante opera di sensibilizzazione nella “Rete” del Cantiere Ragazze Digitali, delle esperienze e delle buone prassi realizzate, sia attraverso la pubblicazione delle stesse nella Rivista” “CULTURE DIGITALI” (ISSN 2785-308X), quale ulteriore momento di approfondimento e condivisione di analisi e metodologie per percorrere nuove strade della conoscenza e dell’identità comune in grado di accompagnare la transizione digitale rispondenti alle istanze professionali, sociali e scientifiche.

Una particolare attenzione verrà posta nella realizzazione di Reti di Scuole (ai sensi dell’art. 7 del D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275). come prospettiva, anche metodologica, per l’acquisizione della piena cittadinanza digitale da parte delle “Ragazze” e per la promozione della “Titolarità Culturale e dei processi formativi”, attraverso azioni sperimentali di innovazione didattica e formative, coerenti con il Quadro di Riferimento europeo delle competenze digitali dei docenti e dei formatori(DigCompEdu), con il Piano d’azione europeo per l’istruzione digitale (2021-2027), il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, nella visione del New European Bauhaus.

Collaborazioni con Università, Aziende Tecnologiche organizzazioni culturale e luoghi di cultura:

Tradizionalmente i riferimenti culturali dell’operatività di #DiCultHer, sono i nostro sistema universitario, il sistema scolastico, e le organizzazioni culturali e i luoghi della cultura.. Si tratterà di mettere a sistema tali risorse, per offrire esperienze pratiche, tirocini e visite aziendali, consentendo alle studentesse di esplorare diverse carriere nel settore tecnologico e non solo.

Programmi di Mentorship e Tutoraggio

Accoppiamento di studentesse con professioniste nel campo della tecnologia per fornire orientamento, supporto e ispirazione attraverso Mentorship personalizzati.

Piattaforme Online per l’Apprendimento Autonomo:

Sviluppo, in collaborazione con Università e organizzazioni culturali nazionali ed europee di risorse online, come corsi e-learning e tutorial, per consentire alle studentesse di imparare e esplorare autonomamente vari argomenti tecnologici e non.

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Esempi di Impatto di Ragazze Digitali

Nel medio, lungo periodi #DiCultHer si impegna a promuovere studi e valutazioni per:

a) la realizzazione di un Vademecum per l’elaborazione del Gender Equality Plan, utile alle Istituzioni scolastiche quale Piano delle Azioni Positive finalizzato alla programmazione di azioni tendenti a ri- muovere gli ostacoli alla piena ed effettiva parità .

b) L’incremento o meno le Iscrizioni Femminili in Corsi STEM (STHEAM)

Aumento significativo delle iscrizioni di studentesse in corsi di studio legati a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) grazie all’esposizione e all’orientamento forniti dal programma.

c) Successo in Competizioni Tecnologiche

Le studentesse partecipanti al programma hanno vinto o si sono classificate in posizioni di rilievo in concorsi nazionali e internazionali di tecnologia, dimostrando l’efficacia della formazione ricevuta.

d) Sostegno alla creazione di Startup e Innovazioni da parte delle Studentesse

Avvio di startup o sviluppo di prodotti o servizi innovativi, sfruttando le competenze e la rete acquisita attraverso “Ragazze Digitali”.

e) Storie di Successo di Ex-Studentesse

Ex-studentesse del programma che ora occupano posizioni importanti nel settore tecnologico, fungendo da modello e ispirazione per le nuove generazioni di studentesse.

f) Riconoscimento Pubblico e Sostegno da Enti Governativi

Il programma aspira a ricevere riconoscimenti e sostegni da enti governativi e organizzazioni educative per il suo impatto positivo sulla formazione e l’orientamento delle ragazze nel campo digitale.

[1] Verso un’Europa dell’innovazione e della conoscenza. Il Consiglio europeo straordinario di Lisbona (marzo 2000) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM:c10241

[2] 3 Marzo 2010 COM(2010). EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva

[3] “Il mainstreaming di genere consiste nella (ri)organizzazione, nel miglioramento, nello sviluppo e nella valutazione dei processi politici per fare sì che gli attori abitualmente coinvolti nelle attività di formulazione delle politiche includano la prospettiva della parità di genere in tutte le politiche, a tutti i livelli ed in ogni fase.” Consiglio d’Europa. Gender Mainstreaming: conceptual framework, methodology and presentation of good practices. Strasburgo, 1998. http://www.coe.int/T/E/Human_Rights/Equality/02._Gender_mainstreaming/100_EG-S-MS(1998)2rev.asp#TopOfPage

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