EUHeritage, un progetto Materahub per misurare le competenze e i bisogni digitali dei professionisti della cultura.

Roberta Capozucca

I più recenti cambiamenti di natura sociale, economica e tecnologica, impongono anche ai professionisti della cultura nuove sfide e responsabilità. In tal senso, da più parti si conferma la volontà di accogliere questi cambiamenti praticando un effettivo aggiornamento e validazione delle competenze, a sostegno della transizione al mondo digitale e green. Ma, come sottolineato anche dal rapporto  “Skills, Training and Knowledge Transfer: traditional and emerging heritage”, in tutta Europa vi è un sempre maggiore deficit delle competenze in materia di patrimonio culturale a fronte però di una crescente offerta di formazione specialistica in ogni area della catena. In questo contesto di frammentarietà e di disallineamento tra le necessità e le opportunità di formazione, si inserisce EUHeritage: il progetto europeo coordinato da Materahub che ha l’obiettivo di sostenere l’avanzamento del settore culturale e creativo attraverso la valorizzazione e la crescita dei suoi professionisti. 

Sviluppato nell’ambito del programma Erasmus+ (Sector Skills Alliance for Design and Delivery of VET) e implementato a cavallo del 2019-2020, il progetto riunisce 10 istituzioni di 7 paesi europei (Italia, Spagna, Grecia, Germania, Malta, Romania, Belgio). Della compagine fanno parte: quattro istituti di istruzione e formazione professionale, Fondazione Fitzcarraldo (Italia), Università di Malta – Istituto per il turismo, Viaggi e cultura (Malta), Hellenic Open University (Grecia), Istituto nazionale per la ricerca e la formazione culturale – NIRCT (Romania); tre rappresentanti dell’industria nel campo dei beni culturali, della cultura, del turismo, delle industrie creative: Materahub (Italia), Alden Biesen (Belgio), Asociation Plataforma La Cultora (Spagna); un centro di ricerca e rappresentante del settore nel campo del digitale e delle TIC per il patrimonio culturale: M2C Institut für angewandte Medienforschung GmbH (Germania); una rete europea e rappresentante del settore nel campo della cultura: rete europea per la gestione e la politica culturale ENCATC (Belgio); una camera di commercio: Camara de Comercio e Industria italiana para Espana – CCIS (Spagna).

I programmi di formazione in Europa

Con l’obiettivo di identificare il mismatch tra le competenze offerte nei percorsi di formazione e quelle effettivamente richieste per lo sviluppo del settore, la prima fase di ricerca del progetto EUHeritage si è basata sull’analisi di 384 programmi formativi, raccolti nel periodo aprile-giugno 2019 nei 28 stati membri. Dall’analisi, l’Italia emerge come il Paese con il più alto numero di istituzioni formative dedicate ai beni culturali (Tab. 1), con 64 unità di cui oltre il 67% di natura privata, come a voler soddisfare un bisogno formativo non coperto dalle università pubbliche, che in maniera aggregata risulta comunque il maggior erogatore di formazione sul tema.

Da un punto di vista tematico, circa la metà (49%) dei programmi di formazione riguarda l’ambito Management e Organizzazione, il 20% quello Cross-settoriale (Combined Art Studies, Contemporary Art Practices, Tour Guide Certification Program, Tourism, Research and Exploitation of Cultural Heritage), il 17% mira all’area Comunicazione e Media e solo il restante 14% riguarda l’Innovazione.

Competenze e Bisogni

La seconda fase di ricerca è stata invece indirizzata all’analisi dei bisogni interni ovvero all’identificazione di quelle competenze ritenute necessarie dai professionisti del settore e attualmente poco sviluppate. Per la maggior parte degli intervistati, è la comunicazione ad essere la competenza più importante, intesa come la possibilità di far arrivare il messaggio a un’ampia gamma di pubblico e stakeholder, insieme alla capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti (culturali, tecnologiche, sociali, ecc.). Anche l’alfabetizzazione digitale è considerata un aspetto chiave per la crescita del settore, con la specifica che non bisogna essere esperti nell’ambiente digitale, ma avere almeno una comprensione di base e una visione d’insieme del perché e del come usare i dati digitali. Secondo gli intervistati, però, ad influire negativamente su una corretta integrazione dei processi digitali all’interno delle istituzioni culturali non è solo la mancanza di competenze specifiche, ma anche l’età media degli impiegati, che in tutta Europa si aggira intorno ai 50 anni.

Inoltre, rispetto ai bisogni, per il 78% dei professionisti intervistati e operanti nell’area della promozione del patrimonio è necessario migliorare le capacità di coinvolgimento della comunità e i processi educativi che coinvolgono persone di diverse età e abilità, per il 72% le capacità di costruzione di reti, per il 66% il marketing e i social media, fino ad arrivare alla capacità di raccolta fondi con il 64% e di presentazione con il 61% degli intervistati. Per il 78% dei professionisti dell’area Heritage Exploitation, invece, risulta urgente aggiornarsi nell’ambito tecnologico, per il 66% nell’ambito gestionale per il 58% nell’ambito del finanziamento. Rispetto ai professionisti che operano nell’area Mediazione e Interpretazione, il 71% dei nostri intervistati vuole migliorare le proprie competenze digitali, il 69% quelle di advocacy mirate e dei decisori e il 57% quelle legislative rispetto ai criteri di partenariato pubblico privato o di co-gestione dei siti.

Alla fase di analisi, EUHeritage ha risposto con la progettazione di un percorso di formazione che coprisse i principali fabbisogni emersi: un MOOC di 5 moduli di circa 300 ore ognuno, a cui nel periodo di test hanno partecipato più di 1000 persone da tutto il mondo e che a breve, nonostante il progetto sia concluso, riaprirà le iscrizioni. Il primo modulo “Cultural Heritage for local development” è stato progettato da Fondazione Fitzcarraldo con un focus sul tema del turismo esperienziale, il secondo “Design an innovative Visitor Experience” è stato coordinato da Institute for Tourism, Travel & Culture dell’Università di Malta con un approccio sugli aspetti gestionali riguardanti la costruzione di un’esperienza di visita, il terzo “Digital strategies and tools for cultural heritage” è stato progettato dal M2C Institute for Applied Media Technology and Culture della City University of Applied Sciences di Bremen, il network europeo ENCATC e il National Institute for Cultural Research and Training (NIRCT). Il quarto “Entrepreneurial approach for cultural heritage” è stato disegnato grazie all’expertise di Materahub sul tema dell’imprenditorialità nel settore culturale e creativo e l’Hellenic Open University di Atene, l’ultimo modulo è infine dedicato al tema della “Sustainability, impact measurement and project evaluation”.

Nelle parole di Paolo Montemurro, direttore di Materahub, “la definizione di questo percorso, ci ha permesso di comprendere i bisogni non solo degli studenti ma anche dei formatori su una serie di tematiche che nell’ambito culturale e del patrimonio sono ancora in via di definizione e che pertanto è necessario costruire assieme, in un processo dialogico aperto formatore-studente. Ci siamo resi conto, inoltre, che non è sufficiente offrire dei pacchetti di formazione verticale eccessivamente specializzata, ma che invece è necessario costruire degli ecosistemi di competenze basate sulla profonda conoscenza delle necessità gestionali e relazionali con il proprio pubblico/cliente. Ad esempio, non basta portare la tecnologia all’interno del patrimonio se non c’è un’azione congiunta di come quella tecnologia possa servire sia agli operatori che ai visitatori”.

Roberta Capozucca

Progettista culturale, specializzata nell’ambito della comunicazione per il settore culturale e creativo. Già contributor de il Sole 24Ore e docente di Progettazione al Master Biennale in Economia e Management dei Beni Culturali presso l’Università degli studi di Roma TRE, dal 2021 entra nella squadra di MATERAHUB, il consorzio per lo sviluppo delle industrie culturali e creative che si occupa di gestire progetti pilota internazionali per favorire l’innovazione sociale, l’innovazione tecnologica, la nascita di nuovi progetti imprenditoriali e lo sviluppo dei territori sfruttando il potenziale dei settori culturali e creativi. Dal 2010, Materahub è Organizzazione Intermediaria del programma europeo Erasmus per Giovani Imprenditori e dal 2014 è host italiano della Creative Business Cup.