Oltre alle risorse, un’idea di scuola

Maria-Teresa Sagri

“L’esigenza di documentare si affaccia quando si è assunta piena coscienza del valore e del significato di ciò

che si fa e si avverte la necessità di trasmetterla e di lasciarne testimonianza”

(A. Chiappini 2006)

1. Il documentare come strumento di “ascolto” del mondo della scuola, tra passato e presente

INDIRE ha sviluppato un ambiente on line denominato “Biblioteca dell’Innovazione” finalizzato alla condivisione, in formato audiovisivo di esperienze e di risorse digitali funzionali all’innovazione del modello scolastico e dei comportamenti d’insegnamento dei docenti. 

La piattaforma è concepita come strumento di “ascolto” del mondo della scuola, in continuità con la missione storica e istituzionale di INDIRE, che nasce nel 1925 come «Mostra didattica nazionale» per documentare le esperienze di didattica innovativa del tempo. L’Ente negli anni ha raccolto le migliori pratiche didattiche-educative e organizzative promosse dalle scuole, selezionando e documentando i modelli a disposizione sia nel Paese sia a livello internazionale.

In virtù della grande esperienza maturata a fianco della scuola, le risorse presenti in piattaforma sono rispondenti ad una doppia logica: bottom-up (documentazione generata dai docenti/scuole) e top-down (documentazione prodotte da Indire o da altri enti qualificati). 

Alcune risorse, secondo una prospettiva top down, raccontano esperienze “certificate” da INDIRE, che hanno origine dal lavoro di co-ricerca condotto a fianco della scuola. La documentazione raccolta da un osservatore qualificato rappresenta uno strumento per studiare e rileggere le buone pratiche in un quadro teorico funzionale alla messa a sistema dell’innovazione educativa. 

Secondo una prospettiva bottom-up, la scuola è chiamata a raccontare in prima persona, secondo un virtuoso processo di auto-documentazione, i percorsi innovativi messi in atto e la proposta pedagogica sottesa. L’idea di fondo è assegnare un ruolo centrale alla scuola, che diviene, non solo oggetto di osservazione, ma anche attrice protagonista di una riflessione narrante su quanto di innovativo sia stato sperimentato in classe [1]Si veda in tal senso il contributo Giachello S., Documentare l’evento multimediale: una metodologia sperimentale per l’analisi dei processi creativi, in Monaci S., Scifo B. (a cura di), … Continue reading al fine di condividerlo con la comunità educante. Gli esempi proposti in piattaforma possono essere di ispirazione per indurre altre scuole a sperimentare nuove strategie e raccontare a loro volta le proprie esperienze attraverso una documentazione generata in autonomia.

La condizione di base richiesta alla scuola è che “il documentare sia un’azione feconda che rintracci e ripercorra le scelte compiute e le strategie messe in atto dal professionista dell’educazione nell’ideare, progettare e realizzare l’esperienza didattica [2]E. Fontani, Documentare per ricercare strategie come metodo d’azione, www.zeroseiup.eu/documentare-per-ricercare-strategie-come-metodo-dazione/. In tal senso la scuola è chiamata a esplicitare le strategie messe in atto, nell’ottica di elaborare un racconto che sia funzionale a rappresentare le peculiarità sia pedagogiche che organizzative, in ottica di replicabilità dell’esperienza. Attraverso la Biblioteca si intende innescare un dialogo e un focus di interazione tra colleghi per una ricostruzione e comprensione delle pratiche messe in atto nelle diverse fasi del lavoro. Vale a dire condividere tra pari soluzioni organizzative trasferibili, per promuovere, attraverso processi di imitazione creativa[3]Paola Castellucci. Paolo Bisogno: la precoce fondazione della disciplina della documentazione. «AIDA informazioni», 21 (2003), n. 3, p. 59-70. Cfr. Paolo Bisogno “Il futuro della … Continue reading, processi di innovazione sostenibili. 

La biblioteca vuole rappresentare, per chi documenta, un’occasione di revisione del proprio operato, per riflettere sulle scelte, didattiche, metodologiche e di comunicazione effettuate, sul loro senso ed efficacia, per mettere a fuoco i processo metacognitivi, sottesi alla pratica[4]Vale a dire riuscire a identificare le motivazioni della scelta di una strategia presuppone, infatti, un momento di riflessività sulla propria pratica, l’aver individuato, a monte, il problema, … Continue reading. La documentazione richiesta ai docenti è di tipo generativa, ovvero, è finalizzata “a far conoscere ciò che è stato fatto per poter fare e produrre, così, nuova conoscenza. Vale a dire, una documentazione capace di generare informazione, produrre degli effetti, portare un cambiamento sul piano dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle conoscenze[5]Torello E., 2011, La documentazione generativa multimediale a scuola, in RICERCA & TECNOLOGIA n.3, disponibile … Continue reading

Per l’utente, fruitore della narrazione, la piattaforma rappresenta una “galleria di Idee” per visualizzare attraverso le altrui esperienze d’insegnamento la connessione tra teoria e pratica (Griesdorn & Finn, 2008). I contenuti sono resi disponibili in ottica open con l’obiettivo di alimentare un circuito virtuoso di condivisione e discussione al fine di innescare un processo di “imitazione creativa.” La diffusione della conoscenza si basa, infatti, sulla capacità di imitare, cioè sulla possibilità di reinterpretare liberamente l’esempio e dare origine, modificando la pratica originale a nuovi processi di trasformazione e innovazione didattica. L’apprendimento informale tra pari, anche alla luce dell’esperienza maturata da Indire, può rappresentare una soluzione efficace per una più veloce messa a sistema di processi di trasformazione della scuola e nel momento attuale, anche per sostenere la didattica digitale integrata su tutto il territorio nazionale.

 In tal senso il linguaggio prescelto per la documentazione è quello audiovisivo, come strumento particolarmente efficace per “rendere visibile l’innovazione” e veicolare la conoscenza relativa alla qualità dell’interazione didattica (Gaudin et al., 2012) e nel rappresentare la complessità delle situazioni reali in aula (Goldman, 2007). L’audiovisivo consente l’apertura a nuove forme espressive e narrative per documentare processi di innovazione didattica fondati sull’apprendimento attivo e la valorizzazione della creatività; questo linguaggio permette, per tanto di agevolare la comprensione e la trasferibilità dei modelli (Bicciarelli et al., 2019).

L’ambiente Biblioteca rappresenta uno strumento di cooperazione e interazione professionale tra pari (docenti), finalizzato al “passaggio” motivazioni e stimoli culturali e può rappresentare un canale privilegiato per incentivare e velocizzare processi formazione di primo livello che siano vissuti dal docente come occasioni spontanee di crescita professionale. 

2. Assi portanti la piattaforma delle “idee”

Allo stato attuale, la Biblioteca è organizzata su due distinte funzionalità organicamente correlate: una denominata “Consulta la biblioteca”, la sezione in cui recuperare risorse certificate e prodotte da scuole, enti e istituzioni; l’altra denominata “Proponi la tua esperienza”, un’area in cui la scuola può documentare e far conoscere le proprie esperienze didattiche e organizzative, in un’ottica di condivisione e crescita peer to peer.

Attraverso la maschera di ricerca “consulta” è possibile accedere a video di auto-documentazione di buone pratiche di innovazione didattica (Open Educational Practices). Accanto alla documentazione dei percorsi innovativi messi in atto dai singoli docenti, la Biblioteca propone anche buone pratiche organizzativo- gestionali che illustrano le esperienze più significative per la messa a sistema di una nuova idea di scuola che supera il modello trasmissivo adottando strategie di didattica attiva che mette lo studente in situazioni di apprendimento continuo, superando la centralità dell’aula. In tal senso lo strumento è rivolto non solo ai docenti, ma anche a dirigenti scolastici, personale scolastico, scuole di ogni ordine e grado e pone al centro il ruolo strategico della documentazione non solo come risorsa professionale a supporto dei docenti e delle scuole ma anche come strumento strategico per la messa a sistema dell’innovazione per trasformare un modello di scuola non più adeguata alla nuova generazione di studenti digitali e disallineata dalla società della conoscenza.

Una seconda tipologia di risorse ricomprende materiali a corredo didattico (Open Educational Resources): contenuti digitali, tutorial, documenti, selezionati e certificati, realizzati da scuole di reti/movimenti o da enti di ricerca da utilizzare all’interno di processi di insegnamento/apprendimento misti in presenza e online (blended, didattica digitale integrata). 

La biblioteca offre anche una sezione dedicata a video lezioni di esperti, indirizzate all’autoformazione dei docenti e dirigenti scolastici, con contenuti che spaziano da una riflessione su alcuni temi generali dell’educazione (valutazione formativa, inclusione, relazione educativa, ecc.) ad argomenti più strettamente legati alle varie discipline scolastiche; tra quest’ultimi, alcuni approfondimenti disciplinari sono resi disponibili dagli Enti di ricerca a supporto delle scuole di ogni ordine e grado.

La necessità di mettere a disposizione una library di risorse digitali open per la didattica, fruibili direttamente online dalle istituzioni scolastiche italiane, nasce dalla necessità di adeguare l’azione educativa alla società e alla cultura digitale e dalla carenza nel nostro Paese di risorse da mettere a disposizione dell’azione didattica. Tale carenza è emersa con evidenza nel corso della recente crisi sanitaria che ha rafforzato l’urgenza di contenuti digitali di qualità a disposizione delle scuole per rendere possibile l’integrazione di presenza e distanza nell’azione didattica.

La figura che segue illustra lo stato dell’arte delle risorse presenti in Biblioteca 

Fig n. 1 Le Risorse disponibili in Biblioteca

Per facilitare la navigazione fra le varie risorse, la Biblioteca è organizzata anche in canali tematici dedicati ad argomenti basilari per la messa a sistema della trasformazione del modo di fare scuola (metodologie didattiche innovative, tematiche di riorganizzazione della scuola, tematiche relative alla didattica disciplinare, ecc.). I temi sono implementabili nel tempo, anche in base alle proposte e alle esigenze che arriveranno dalle scuole. In particolare la rete di tutti gli enti pubblici di ricerca si è resa disponibile, secondo un’ottica di mentoring networks, per la produzione di risorse didattiche a disposizione di scuole 

La sezione “Proponi” si articola in due diversi momenti. Un primo momento dedicato a incentivare e migliorare la capacità di documentazione delle scuole, offre dei percorsi di accompagnamento per gli utenti che desiderano migliorare le proprie competenze nella produzione di contenuti di documentazione audiovisiva “user generated”. Vengono offerte sia linee guida, tutorial e format utili a documentare efficacemente i processi d’innovazione nella scuola, per riuscire a coglierne le specificità e saperli raccontare alla comunità, sia sintetiche indicazioni sull’impostazione dei contenuti e degli aspetti tecnici ed espressivi. Un secondo momento, a cui si accede previa registrazione della scuola è invece funzionale a candidare le documentazioni che sono state sviluppate autonomamente dalle scuole oppure attraverso gli strumenti di authoring multimediale (“Crea il tuo video”), offerti in piattaforma. In questa sezione vengono anche proposti alcuni esempi di format utilizzabili in base alla tipologia di esperienza da documentare.

2.1. Modello di rappresentazione della conoscenza che guida la documentazione e la fruizione dei contenuti

Il problema principale dell’indicizzare i materiali in Biblioteca è rappresentato dal fatto che il contenuto audiovisivo risulta essere molto più ricco e complesso di un testo, ciò comporta la necessita di realizzare di standard di metadati per la descrizione dei contenuti multimediali, tali da permettere un’agevole descrizione dei contenuti audiovisivi, sui quali poter fare ricerche e selezioni. Il sistema per l’indicizzazione e retrieval semantico delle risorse si basa pertanto su una complessa architettura multi-livello articolata su quattro assi portati: metadati generali; metadati i di contesto, metadati Fruizione, metadati sul contenuto

Il framework previsto per OER, (Open Educational Resources), è un insieme di  metadati generali, di contesto e inerenti la fruibilità, che descrivono le proprietà delle risorse educative digitali e gli artefatti strettamente connessi al concetto di “learning object” [Alvino et al., 2007; Wiley, 2000]. Le descrizioni delle OEP (Open Educational Practices), sono, invece arricchite da metadati articolati su una semantica formale, una serie di metadati e relative tassonomie che ne esplicano meglio la natura e le fasi del processo. Si è provveduto alla formalizzazione un set di descrittori relativi ad un framework descrittivo dell’innovazione didattica e degli “effective learning environments for the XXIst Century” (Roadmap21.org, 2015) [6]Roadmap21.org, Building your roadmap to 21st Century Learning Environements, Cable Impact Foundation, 2015 reperibile all’indirizzo … Continue reading. “Annotare semanticamente le risorse didattiche” permette di associare ad ogni OEP apposite descrizioni che consentono di esplicitare attorno al contenuto condiviso le relative proprietà educative e pedagogiche. Lo Schema di Metadati è funzionale ad esplicitare sia gli elementi caratterizzanti pratiche didattiche innovative, ovvero i molteplici aspetti che permettono di innovare la pratica didattica del singolo docente (metodologie, setting, l’uso degli spazi, le metodologie laboratoriali, riorganizzazione degli ambienti in ottica laboratoriale, uso delle nuove tecnologie per didattica innovativa) sia gli elementi caratterizzanti il processo organizzativo insito nella innovazione del modello di scuola (riorganizzazione del curricolo, uso del tempo come una variabile pedagogica, superare la centralità dell’aula e pensare alla scuola come lo spazio per l’apprendimento) sia aspetti funzionali allo sviluppo professionale dei docenti (competenze digitali, metodologiche, disciplinari didattiche. 

Le informazioni relative ai contenuti sono poi memorizzate in un database di tipo relazionale, dove sono state create le entità e le tabelle di relazione necessarie alla memorizzazione dei contenuti e alla loro “connessione.

2.2. Nuove Funzionalità

A fronte dei primi risultati raggiunti[7] L’iniziativa ha assunto un ruolo centrale anche nel Piano estate 2021: https://pianoestate.static.istruzione.it/index.html, il progetto intende, da un lato, potenziare il ruolo dell’ambiente ampliando e arricchendo il patrimonio documentale disponibile con nuove esemplificazioni in termini di pratiche e contenuti didattici sia nazionali che internazionali, dotare lo strumento di processi gestionali necessari a sostenere il nuovo flusso documentale fornito dalle scuole e garantire un controllo di qualità ed efficienza comunicativa dei prodotti. Dall’altro, il consolidarsi di un più ampio “patrimonio formativo” raccolto ed archiviato in piattaforma permette di arricchire lo strumento con funzionalità che consentano di estrarre valore informativo dai dati depositati in piattaforma (dati relativi alle pratiche documentate e alle interazioni dell’utente) per elaborare, a partire da questi, nuova conoscenza da mettere a disposizione dell’utente sia esso il docente, il dirigente, la comunità educativa e lo stesso policy maker. Gli interventi di potenziamento tecnologico di adaptive learning, learning analytics tendono ad definire un profilo innovativo allo strumento, che pone al centro non solo le risorse informative ma anche l’user, quale soggetto destinatario del contenuto stesso. 

Al tempo stesso alcune soluzioni di Intelligenza Artificiale sono finalizzate a generare nuova conoscenza di sistema dai dati raccolti in piattaforma. L’obiettivo di questa azione è quello di effettuare un’analisi automatica del ricco e variegato patrimonio informativo raccolto nella “Biblioteca dell’Innovazione”, (materiali audiovisivo, tracciamento dei “movimenti” degli users) per l’estrazione di informazioni funzionali all’acquisizione di nuova conoscenza. Lo sviluppo di un ambiente di data e content management che coniughi condivisione, co-creazione e aggregazione dell’informazione, dove la fase di produzione del dato e quelle di esplorazione, osservazione, riflessione, interpretazione possano essere fortemente connesse, rappresenta un task strategico per definire un sistema descrittivo dell’innovazione educativa ovvero, fornire al sistema scuola, uno strumento per avviare un racconto del proprio operare, finalizzato ad avviare processi di auto-analisi e miglioramento continuo. Il ricco e variegato patrimonio informativo recuperato con le pratiche didattiche raccolte nella repository, viene trasformato in una fonte di acquisizione di nuova conoscenze in continua crescita per ricostruire una fotografia dei principali processi di trasformazione in atto. In tal senso, si prevede lo sviluppo di soluzioni per estrazione ed analisi automatica delle informazione proveniente dal sistema (framework di metadati), di soluzioni basate su metodologie di Deep Learning per effettuare un’analisi automatica dei contenuti visivi prodotti, per estrarne informazioni utili per la loro meta-datazione automatica,

La progettazione, l’estrazione e la pubblicazione di Open Data e Linked Open Data su queste dimensioni, contribuisce all’alimentazione del repository di Data Analytics nazionale (PDND – Piattaforma Digitale Nazionale Dati) previsto dal Piano Triennale per l’Informatica della PA 2019-2021.

Conclusioni

La Biblioteca, anche a fronte delle complessità che il sistema scuola sta vivendo, può costituire un possibile esempio di cooperazione e interazione professionale tra pari (docenti), finalizzato al “passaggio” di “saperi”, anche tra scuole più mature (Movimenti AE; Piccole scuole), motivazioni e stimoli culturali e può rappresentare un canale privilegiato per incentivare e velocizzare processi formazione di primo livello che sono vissuti dal docente come occasioni spontanee di crescita professionale.

L’apprendimento informale tra pari, anche alla luce dell’esperienza maturata da Indire, può rappresentare una soluzione efficace per una più veloce messa a sistema di processi di trasformazione della scuola e nel momento attuale, anche per sostenere la didattica a distanza su tutto il territorio nazionale.

La biblioteca è il primo ambiente in Italia che mentre rende disponibili video-risorse sull’innovazione didattica a scuola realizzati da Indire, da Enti di ricerca e dagli istituti scolastici, permette la condivisione guidata delle esperienze degli insegnanti e delle scuole, e nel farlo, rende esplicita un’idea della scuola che si trasforma per contribuire ad “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.” (Goal 4, Istruzione di Qualità, Agenda 2030 delle Nazioni Unite). 

Una fase pilota di produzione bottom-up, coinvolge alcune reti di scuole, valutate più mature nei processi di messa a sistema dell’innovazione (Movimenti di Avanguardie Educative e Piccole scuole, etc) per poi successivamente estendersi a tutte le istituzioni scolastiche. Si garantisce così un sistema di risorse e di scuole per la crescita del paese, secondo un’ottica di formazione peer to peer per diffondere esperienze relative a un nuovo modello scuola.

Al fine di sostanziare la dimensione europea ed internazionale del progetto, in ottica di condivisione e diffusione quanto più possibile ampia dell’innovazione, si ritiene di primaria importanza ampliare la piattaforma secondo un profilo multilingue. Il lavoro si pone quale contributo strategico per lo sviluppo, la messa a sistema e la diffusione dell’innovazione nelle organizzazioni educative a livello non solo italiano e sarà un importante contributo ai fini dell’integrazione degli standard per la descrizione e la condivisione di pratiche educative (Open educational practices), così come da obiettivi della Commissione europea. Attraverso il contributo di eTwinning[8]https://etwinning.indire.it/cose-etwinning/, la più grande community europea di insegnanti attivi in progetti collaborativi tra scuole, sarà possibile arricchire la piattaforma con una sezione dedicata alla condivisione di pratiche esemplificative provenienti da contesti europei, sottotitolati.

Maria Teresa Sagri. Primo Ricercatore INDIRE, Area per la ricerca sul Sistema scolastico.

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1 Si veda in tal senso il contributo Giachello S., Documentare l’evento multimediale: una metodologia sperimentale per l’analisi dei processi creativi, in Monaci S., Scifo B. (a cura di), Sociologia 2.0. Metodologie di ricerca e pratiche sociali nei media partecipativi, Napoli, ScriptaWeb, 2009.
2 E. Fontani, Documentare per ricercare strategie come metodo d’azione, www.zeroseiup.eu/documentare-per-ricercare-strategie-come-metodo-dazione/.
3 Paola Castellucci. Paolo Bisogno: la precoce fondazione della disciplina della documentazione. «AIDA informazioni», 21 (2003), n. 3, p. 59-70. Cfr. Paolo Bisogno “Il futuro della memoria – Elementi per una teoria della documentazione” – Prometheus, Franco Angeli, 1995.
4 Vale a dire riuscire a identificare le motivazioni della scelta di una strategia presuppone, infatti, un momento di riflessività sulla propria pratica, l’aver individuato, a monte, il problema, valutato le risorse delle quali si dispone, i limiti cui si è sottoposti (Fontani E., 2019). La strategia “(…) si costruisce nel corso dell’azione, modificando, secondo il presentarsi degli eventi o la ricezione delle informazioni, la condotta dell’azione considerata (…) la strategia possiamo quindi definirla come il metodo di azione proprio di un soggetto in una situazione (…) nella quale, per raggiungere i suoi fini, egli si sforza di subire al minimo e di utilizzare al massimo i vincoli, le incertezze, le opportunità (Morin E., 1989. Pag. 72).
5 Torello E., 2011, La documentazione generativa multimediale a scuola, in RICERCA & TECNOLOGIA n.3, disponibile http://rivista.scuolaiad.it/n03-2011/la-documentazione-generativa-multimediale-a-scuolaERO 3 -, si veda anche Ottoboni G.; Sciulli I.; Tessari A., L’apprendimento per imitazione, modelli generale e specificità, in Riv infanzia,2018, pp.1-12.
6 Roadmap21.org, Building your roadmap to 21st Century Learning Environements, Cable Impact Foundation, 2015 reperibile all’indirizzo http://www.roadmap21.org/assets/Creating-Your-Roadmap-to-21st-Century-Learning-Enviro nments1.pdf
7  L’iniziativa ha assunto un ruolo centrale anche nel Piano estate 2021: https://pianoestate.static.istruzione.it/index.html
8 https://etwinning.indire.it/cose-etwinning/