“Reconnecting with your culture” (RWYC): domande alla professoressa Niglio da parte di tre docenti coinvolti nell’azione di ricerca Indire

A cura di Pamela Giorgi (Indire)

“Reconnecting with your culture” (RWYC) è un progetto curato da Olimpia Niglio – direttrice e fondatrice di EdA- Esempi di Architettura e docente di History of Architecture and Management of Art and Culture Heritage – al suo centro l’invito che, dal luglio 2020, è stato rivolto alle scuole primarie e secondarie di tutto il mondo, perché attivassero percorsi esplorativi del loro territorio, per ri-narrarlo in un secondo tempo. La finalità principale del progetto è quella di riattivare, grazie alle giovani generazioni, un nuovo “umanesimo” in cui la cultura abbia un ruolo centrale.

Con, Gianluca Gabrielli, Francesca Sara D’Imperio e Raffaella Calgaro – tre docenti di primaria, secondaria di primo e secondo grado che da un biennio collaborano con Indire nel quadro di una ricerca sull’uso del patrimonio culturale per favorire una didattica attiva della disciplina storica – abbiamo pensato di rivolgere alcune domande alla professoressa Niglio in merito al progetto.

A seguire lo scambio di domande e risposte che ne è scaturito, con l’auspicio che le sinergie tra questo progetto e il sistema scolastico italiano trovino un incremento crescente.

Domanda 1) Prevedete una rete di scuole che aderiscono al progetto, per favorire un confronto con le esperienze, non solo tra i docenti ma anche tra i ragazzi, attraverso il web?

Prima di tutto desidero rivolgere un particolare ringraziamento all’Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa in Italia e ai maestri e insegnanti italiani che hanno dedicato del tempo per approfondire i contenuti del programma pedagogico “Reconnecting with your culture” (RWYC) che dal 2020 è attivo in tante scuole del mondo.

È un onore per me condividere le vostre domande e spero che le mie risposte saranno esaurienti nel fornire adeguati riscontri. In ogni caso, resto sempre a vostra disposizione per ulteriori aggiornamenti, chiarimenti e approfondimenti sul tema del programma pedagogico RWYC

Il programma pedagogico “Reconnecting with your culture” è tradotto attualmente in 8 lingue (inglese, francese, spagnolo, portoghese, italiano, arabo, giapponese, indonesiano) perché sin dal suo nascere si è rivolto alle scuole (dall’infanzia alle secondarie comprese) attivando un grande network tra gli istituti educativi del mondo attraverso gli studenti, i docenti e il diretto coinvolgimento delle famiglie perché un punto fondamentale del programma è il dialogo intergenerazionale e la costituzione di reti di condivisione. Quindi sin dal principio è stata attivata una rete scolastica internazionale che ora è gestita a livello continentale. Le reti più attive sono quelle americane, africane e asiatiche gestite dalle rispettive presidenze regionali, dato che il programma RWYC ha un’organizzazione intercontinentale. Queste reti promuovono programmi per l’insegnamento del “cultural heritage”, progetti di inclusione per lo studio del patrimonio culturale locale, seminari internazionali ed esposizioni in cui sono coinvolte le scuole RWYC.

Tutto questo favorisce un dialogo costante tra gli studenti e gli insegnanti del mondo che condividono le proprie eredità culturali attraverso il disegno. Stiamo ora implementando molto il programma pedagogico, in tante realtà del mondo, perché RWYC è nato in collaborazione anche con UNESCO University and Heritage e in dialogo con UN Agenda 2030 di cui persegue il punto 4 “Quality Education”. Siamo membri attivi e support della Charter Alliance European Education and Skills e della New European Bauhaus. Dal novembre 2021 abbiamo anche iniziato molte attività di formazione nell’ambito del programma Resiliart UNESCO in preparazione al MondiaCult 2022, prossimo congresso mondiale della cultura che avrà sede a Città del Messico a settembre 2022.

In Messico e in Indonesia il programma è implementato anche dai rispettivi Ministeri dell’Educazione e della Cultura.

Domanda 2) La scuola agisce singolarmente oppure interagisce strettamente con le istituzioni (pubbliche e private) che sul territorio specifico lavorano col Patrimonio Culturale e in quali modalità?

Le scuole RWYC nel mondo agiscono singolarmente quando non sono previste, nei programmi regionali o nazionali, specifiche indicazioni sull’insegnamento del patrimonio culturale locale. Questo insegnamento, così come previsto dal programma RWYC, è di tipo “trasversale”; quindi, coinvolge tutte le discipline che l’allievo sin dall’infanzia è invitato a studiare per acquisire buone competenze. Diversamente nelle regioni o nazioni in cui l’insegnamento del patrimonio culturale è parte integrante del piano di studi delle scuole (ad esempio il caso del Giappone), queste non fanno altro che adottare il programma RWYC, comunicando alle istituzioni regionali di afferenza l’applicazione della proposta pedagogica nella scuola. Per una costruttiva applicazione sono organizzati corsi introduttivi al percorso pedagogico, rivolto sia agli insegnanti di tutti i gradi delle scuole che alle famiglie, anche in collaborazione con le istituzioni del territorio preposte alla tutela del Patrimonio Culturale e con le università dove sono attivi corsi sui Beni Culturali.

Tutte le scuole aderenti, attraverso i loro direttori, firmano un Memorandum of Understanding (MoU) dove sono indicate le finalità del progetto e l’impegno da parte della scuola per l’applicazione di RWYC nei programmi scolastici. Le modalità di coinvolgimento con le istituzioni culturali locali è a carico delle singole scuole che conoscono i propri territori.

Domanda 3) Come si articola in modo diverso l’azione a seconda dei gradi di istruzione?

Il programma pedagogico RWYC ha una struttura concettuale di base che si rivolge a tutti i gradi delle scuole invitando gli insegnanti e gli studenti ad avvicinarsi al proprio patrimonio culturale attraverso la tecnica della rappresentazione. Ciò viene applicato a tutte le discipline in quanto la cultura è all’origine di ogni principio di conoscenza. La differente articolazione dell’applicazione della metodologia dipende esclusivamente dal livello di conoscenza e di approfondimento che è necessario perseguire in relazione alle finalità dei differenti programmi scolastici. Nel caso delle scuole dell’infanzia si procede con laboratorio in cui i bambini sin dall’età di 3 anni sono accompagnati da insegnanti e familiari a conoscere i rispettivi patrimoni culturali (sia in casa che nel quartiere dove abitano) e a rappresentarli su carta attraverso le modalità che più sono loro congeniali; pertanto, grande libertà espressiva è garantita al fine di favorire lo sviluppo creativo del bambino. Dalle scuole primarie il progetto è accompagnato anche da visite guidate in città, sempre con insegnanti e anche familiari, e tutti gli studenti sono coinvolti a rappresentare il proprio patrimonio con differenti tecniche grafiche. Proseguendo nelle scuole secondarie queste tecniche vengono a perfezionarsi anche con l’uso appropriato di tecnologie informatiche, anche se alla base del progetto è sempre prima richiesto un supporto analogico e non solo digitale.

Risultati di questa metodologia sono ben evidenti nelle esposizioni intercontinentali che sono a disposizione e che hanno messo in relazione scuole di ogni ordine e grado di tutto il mondo, dialogando sulla rappresentazione del proprio patrimonio culturale.

https://www.drawingsfromtheworld.com/

Domanda 4) Con quali strumenti è stata rilevata l’efficacia del percorso e le sue ricadute sull’acquisizione delle competenze?

Il progetto RWYC nasce da un’esperienza più che ventennale iniziata dalla scrivente nel 1996 nelle Filippine (tra Manila e l’isola di Mindanao) dove per l’appunto ho iniziato a lavorare nelle scuole primarie per l’insegnamento delle arti applicate. Da lì poi nei paesi medio orientali per passare in America Latina e poi in estremo Oriente e precisamente in Giappone. Eppure, nonostante sia stata sempre impegnata nell’insegnamento universitario, il costante e continuo confronto e dialogo tra gli studenti universitari e le attività svolte nelle comunità scolastiche di tutti i gradi, mi ha consentito di mettere a punto la metodologia pedagogica RWYC e di comprendere l’importanza dell’acquisizione delle competenze sul piano operativo/pratico e non solo teorico. Per questo motivo le competenze acquisite dagli allievi vengono valutate esclusivamente sulla base delle azioni concrete che poi loro stessi sono in grado di mettere in atto per la conoscenza e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale sui propri territori. Infatti, la consapevolezza che un bambino è in grado di acquisire sin dalla sua più giovane età è un riscontro fondamentale per valutare il buon esito del percorso di insegnamento. Così tutti i bambini e ragazzi che dimostrano interesse e capacità attive finalizzate alla conoscenza e alla trasmissione del proprio patrimonio culturale, nelle modalità e forme a loro più congeniali, sono riferimenti molto importanti per riconoscere loro il ruolo di “Ambasciatori della Cultura”. Pertanto, le competenze vengono valutate su azioni pratiche e nella messa in atto delle conoscenze acquisite. Queste stesse vengono poi condivise tra le scuole anche attraverso seminari interculturali.

Domanda 5) Ritiene che sia importante rafforzare nelle scuole la storia locale per attivare procedure inclusive, soprattutto ora con classi sempre più multietniche. Conoscere e creare parallelismi sono punti fondamentali di un percorso di didattica che si apra a riflessioni per la costruzione del proprio percorso innovativo nel quadro del multiculturalismo verso il quale tendiamo?

RWYC è il risultato di un percorso fortemente inclusivo, multiculturale e direi transculturale e anche finalizzato a ridurre a zero le diseguaglianze, tutti temi che prima mi hanno visto operare in prima persona per oltre venti anni, osservando e analizzando le distinte realtà del mondo e poi rimettere insieme tutte le azioni intraprese per realizzare un programma pedagogico rivolto alle scuole e così iniziare a valorizzare prima di tutto la storia locale, l’eredità del proprio territorio e le nostre origini. Quindi un programma che oggi, in un mondo multiculturale, consente a tutti di valorizzare sé stessi indipendentemente da dove siamo, ma sempre in dialogo con le nostre origini. Così i bambini di differenti provenienze geografiche e culturali, che oggi caratterizzano le scuole del mondo, finalmente possono parlare della propria cultura, possono confrontarsi liberamente e soprattutto possono costruire ponti tra culture. RWYC non costruisce parallelismi, ma differentemente attiva dialoghi comparativi includenti dove l’altro non è il “diverso” ma è semplicemente una persona che affonda le proprie radici in un’altra cultura che fa parte dello stesso mondo dove vivono tante altre culture e se queste culture saranno capaci di interagire e dialogare tra loro, allora possiamo sperare in un mondo migliore. RWYC, inoltre, non concentra la propria mission su una visione eurocentrica; differentemente come un caleidoscopio RWYC si apre a riflessioni multiple e alla straordinaria imprevedibilità della conoscenza le cui variabili sono infinite, per questo motivo in RWYC si parlano tutte le lingue del mondo e il multiculturalismo è uno dei principali scopi del nostro programma, ben espresso nella Carta di Tokyo del 2021.

Domanda 6) Sviluppare le competenze e abilità, creare opportunità, così come il progetto fa, ritiene che siano tappe fondamentali per formare i cittadini del futuro?

Assolutamente sì. Non sarebbe nato il programma RWYC dopo anni di osservazione delle differenti realtà sociali del mondo se non ci fosse stata la consapevolezza che creare opportunità, ma soprattutto sapere donare opportunità alle giovani generazioni è un compito etico molto impegnativo ma straordinariamente interessante, soprattutto se intendiamo realizzare una ottima società e buoni cittadini e quindi nuovi “Ambasciatori della Cultura”.

L’augurio è che presto possiamo iniziare anche nelle scuole italiane, e in collaborazione con le istituzioni deputate allo sviluppo dei programmi scolastici questo percorso insieme e così essere cittadini attivi nella Scuola del mondo RWYC.

Grazie per la Vostra attenzione ed opportunità di condivisione

Olimpia Niglio

Presidente RWYC International