Open Art Images: il primo sito d’arte open-access

di Viviana Paga

Open Art Images permette di cercare e scaricare più di 3 millions di immagini, da poter usare nelle presentazioni di lavoro, di ricerca e canali di comunicazione. Ha a cuore il copyright, perciò fornisce solo riproduzioni che sono libere da restrizioni legali. Usando Open Art Images, l’utente sarà affascinato dai lavori d’arte più belli nel mondo, avendo l’opportunità di imparare di più sull’arte e iniziando un viaggio all’interno del settore culturale.

Open Art Images (OAI) è un motore di ricerca e visualizzazione di riproduzioni in alta definizione di opera d’arte e beni culturali che appartengono al pubblico dominio o la cui licenza ne permette il riuso. Tutte le immagini sono corredate di metadati dettagliati, importanti per la comprensione del loro contesto storico-culturale e che informano gli utenti della loro attuale locazione, fonti e licenza. Dalla homepage (https://openartimages.com/) gli utenti possono fare ricerche peer titolo, artista, o parole-chiave, o possono navigare usando le diverse sezioni organizzate per categorie, come ‘Art history Timeline’, ‘Oriental Art’, ‘Themes’ etc. La homepage ha accesso diretto all’ Open Art Blog (https://blog.openartimages.com/) che contiene articoli e approfondimenti su specifici artisti, opere o musei.

Grazie alla combinazione di un database contenente immagini ad alta risoluzione liberamente condivisibili e un forum per la scoperta del mondo dell’arte, OAI mira a contribuire alla conservazione, valorizzazione e democratizzazione del patrimonio culturale. Il suo utilizzo, infatti, rende l’arte e il patrimonio culturale accessibile a chiunque e in qualsiasi parte del mondo, facilitando la ricerca e la scoperta di nuove risorse artistiche e la loro conoscenza. In tal modo, il progetto intende anche sensibilizzare i propri utenti all’uso e alla condivisione di opere d’arte e riproduzioni di beni culturali che non violino alcun diritto d’autore.

OAI nasce grazie alla natura multidisciplinare del team (designer di prodotto, project manager, esperti di marketing, redattori di storia dell’arte, sviluppatori di intelligenza artificiale e consulenti legali). Questo è un aspetto fondamentale del successo di OAI poiché ha permesso una comprensione olistica dei temi affrontati e uno sviluppo professionale del progetto. Rilasciato nella sua versione Beta nel marzo 2020, al momento Open Art Images fornisce quasi tre milioni di immagini da database aperti e condivisi, raccogliendo opere digitalizzate da oltre 400 musei, gallerie, archivi e biblioteche di tutto il mondo.

L’ESTETICA DI OAI

We live on images, we live in images, we are images

Se questa affermazione è sempre stata vera semplicemente grazie al senso della vista, oggigiorno, a causa della società high-tech in cui viviamo, della proliferazione di schermi e della creazione automatizzata, forse veniamo invasi e persino presi in ostaggio dalle immagini. La comunicazione visiva sta prendendo prepotentemente il sopravvento, a scapito di altre forme, come la comunicazione orale. Spesso basta uno sguardo per catturare il contenuto di un’immagine. Veloce, efficace, effimero. Spesso troppo velocemente perché l’immagine possa essere veramente osservata, scrutata e compresa nei suoi strati di significato; le immagini sono rese usa e getta, ci si abitua alla loro disponibilità, e il loro valore si riduce al mero atto di consumare.

Di fronte a questo panorama, ci rivolgiamo all’arte e alle immagini che sono state guardate per decenni e secoli; immagini che sono state create con l’intento di trasmettere significato, conoscenza e bellezza allo stesso tempo (docere et delectare). Tramandate nella storia, cariche di memoria ed emozioni, queste opere d’arte sono oggi un patrimonio inestimabile, una risorsa da valorizzare; una risorsa a cui fare appello. Stimolano le nostre capacità analitiche e critiche, la nostra immaginazione e il senso della fantasia. Ci raccontano di se stessi, della loro epoca e cultura. Ci mettono di fronte ad altri modi di vedere, vivere e credere. Allo stesso tempo, ci trascinano in un dialogo tra il presente e l’allora, aiutandoci a interpretare il mondo in cui viviamo.

Lo scopo di Open Art Images è quindi quello di creare uno spazio condiviso, dedicato a queste immagini e al patrimonio comune. Facilmente accessibile a tutti, la piattaforma mette in mostra immagini di qualità sufficientemente elevata da poter essere efficacemente osservate, esplorate e prestate attenzione. Aprire gli occhi dell’osservatore alle immagini e immagini allo sguardo.

Open Art Images si propone anche di sviluppare una piattaforma di ricerca dedicata all’immagine in quanto tale e ai diversi modi di vedere. L’idea è che le riflessioni siano co-costruite, libere di assumere ogni possibile e potenziale forma espressiva e attingendo a diversi ambiti di conoscenza. L’immagine sarà esaminata dal punto di vista di varie discipline e punti di vista, che consentiranno al ricercatore di scoprire nuovi modi di osservare, guardare e vedere le immagini, e di analizzarle e integrarle nella nostra storia, nel nostro modo di vivere e pensare .

OAI ha raggiunto questi obiettivi attraverso una grafica minimalista, che mette in primo piano le immagini, da vere protagoniste. In questo modo le immagini non sono contaminate con la grafica, che tende a inquadrare le immagini e in qualche modo a scomparire, il che permette alla bellezza delle immagini di esprimersi al meglio.

Inoltre, OAI ha progettato un’esperienza utente di facile utilizzo, pensata per utenti di ogni genere, età e origine.

L’INNOVAZIONE E LA SOSTENIBILITÀ’

OAI è una web-app e utilizza i migliori standard tecnologici per l’elaborazione frontend e per la visualizzazione dinamica dei contenuti. Inoltre, grazie alle sue tecnologie, OAI punta ad essere ecologico ed è per questo che riutilizza e rimette in circolazione risorse e dati già esistenti: OAI ricerca e recupera dati dal web, invece di creare un altro database o dati e risorse duplicati.

L’innovazione è alla base del progetto Open Art Images. Grazie al suo motore di ricerca, OAI offre la possibilità di cercare all’interno della più grande collezione digitale del mondo, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. Questo strumento abbinato al blog mira ad avvicinare sempre più persone allo studio del patrimonio culturale e a supportare in modo innovativo la ricerca e l’apprendimento nel settore dell’arte.

OAI intende inoltre sviluppare l’uso dell’intelligenza artificiale per supportare l’apprendimento innovativo dell’arte, sviluppando la possibilità di confrontare le immagini e svolgendo una ricerca correlata rispetto allo stile, alla tecnica, al mezzo e alla corrente artistica.

Come database, OAI utilizza LINKED OPEN DATA recuperati dal WIKIMEDIA COMMONS DATABASE e, in particolare, dal suo fondo per le arti visive. I team di OAI hanno deciso di partire dal WIKIMEDIA COMMONS DATABASE perché funge da aggregatore sul web, raccogliendo altri database di arti visive sviluppati da gallerie, biblioteche, archivi e musei (GLAM) di ogni dimensione, da comunità digitali incentrate sull’immagine (Pinterest, WikiArt, Europeana …), e dai singoli utenti. Inoltre, il database Wikimedia Commons è aperto, condiviso e collettivo, creato e migliorato continuamente dagli utenti stessi.

OAI è un software scalabile, codificato in React.js e che utilizza open linked data: si tratta di tecnologie che richiedono basse esigenze di manutenzione e forniscono grandi risultati in termini di interazione con l’utente e progettazione dell’esperienza utente, nonché di dimensioni del database sfruttato che cresce e si sviluppa da solo. Come sviluppo futuro, OAI includerà altri database aperti nelle sue ricerche, al fine di garantire sempre più la scalabilità e la sostenibilità delle tecnologie di OAI negli anni.

Come team, OAI utilizza la metodologia Agile scrum con set di sprint di 2 settimane, un sistema di gestione del progetto che assicura una crescita costante e organica del progetto.

L’INCLUSIONE

Attraverso il suo meccanismo e il suo modo di funzionare, OAI favorisce l’accessibilità e l’inclusione in molti modi diversi.

In primo luogo grazie alla gratuità del suo servizio, al suo design e al suo linguaggio di facile utilizzo. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere il patrimonio culturale accessibile a tutti e in ogni parte del mondo.

Oltre a ciò, OAI è strutturato in modo tale che l’inclusività sia stata raggiunta non solo sotto un aspetto “funzionale” (grazie al suo design di facilità d’uso e alla disponibilità di tutti i suoi contenuti in inglese), ma anche sotto un aspetto “culturale”. Quest’ultimo obiettivo è stato perseguito dalla scelta di selezionare e incorporare immagini di opere d’arte e beni culturali provenienti da collezioni e aree geografiche diverse, in modo che ogni utente potesse sentirsi rappresentato a livello culturale.

Ad oggi, l’inclusività di OAI si riflette nella varietà dei suoi utenti: dal suo lancio, più di 30k utenti (in crescita del 100% ogni mese) provenienti da 128 paesi diversi hanno sperimentato e utilizzato da allora il sito. Provengono dall’Europa (ca 15.000), ma anche dal Nord America (ca 3.000), dall’Asia (ca 2.000), e da tutti gli altri paesi (ca 1.200); sono equilibrati per genere (47% maschi e 53% femmine) e appartenenti a diverse fasce di età (la metà degli utenti di OAI ha meno di 35 anni; il 30% ha un’età compresa tra 35 e 55 anni e il  20% è> 55 anni).

Come ultima osservazione, sembra opportuno sottolineare come OAI sia una piattaforma artistica strutturata con l’ambizione di tutelare la privacy dei propri utenti e il loro diritto a partecipare al web senza essere profilati o che i propri dati personali vengano utilizzati per altri scopi. Crediamo fermamente che questo aspetto renda Open Art Images uno strumento ancora più inclusivo che (oltre a diffondere bellezza e creatività) sostiene un ambiente web trasparente.

L’IMPATTO E I RISULTATI

OAI crede fortemente che il suo concept, design e meccanismo di funzionamento lo rendano un modello esemplare di conservazione che migliora l’accesso al patrimonio culturale per tutti. È ormai certo che la digitalizzazione delle opere d’arte e dei beni culturali è una modalità di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, e la Direttiva Europea 2019/790 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 sul Diritto d’Autore e i Diritti Connessi nel Digitale Il mercato unico lo ha confermato al di là di ogni dubbio.

Questo atto normativo comunitario evidenzia chiaramente la necessità e i vantaggi (dal punto di vista culturale ed educativo) di promuovere piattaforme e infrastrutture tecnologiche che facilitino questa combinazione tra riproduzione digitale e opere d’arte visiva, nel rispetto della prerogativa del diritto d’autore.

OAI è riuscita a mettere a disposizione opere d’arte e beni culturali appartenenti ad alcune delle più grandi collezioni del mondo, tra cui troviamo il MET, il Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum, il Cleveland Museum of Art, il Rijksmuseum, il Museo del Prado, il Museo del Louvre , il Getty Center, il Museo dell’Ermitage e il Museo Nazionale di Tokyo. Grazie alla digitalizzazione e alla riproduzione dei capolavori conservati in queste collezioni, OAI favorisce l’accesso e la promozione della cultura per tutti e, così facendo, contribuisce alla trasformazione e alla conservazione del patrimonio culturale.

Infine, è anche possibile affermare che OAI ha potuto prevedere un comportamento ora reso esplicito da molti legislatori nazionali che sono ormai pronti a creare delle “biblioteche nazionali digitali” che riproducono beni culturali. In questa prospettiva OAI può essere considerato un modello per progetti e iniziative simili che, ancor più dopo l’esperienza della pandemia, appare essenziale per garantire la fruizione della cultura.

IL BENEFICIO PER TUTTI

Beneficiare tutti in molti modi è l’obiettivo principale di OAI.

Attraverso il modello Ricerca – Scoperta – Riuso, OAI incentiva la riappropriazione del patrimonio culturale dell’umanità, rendendolo accessibile a tutti, sempre e ovunque. A tal fine utilizziamo un linguaggio semplice e inclusivo, nel motore di ricerca e nel blog, in modo che la cultura possa essere fruibile da tutti. L’istruzione informale e a tutti i livelli è uno degli obiettivi principali della nostra piattaforma.

Inoltre, OAI incoraggia la modifica delle informazioni e l’inserimento di nuove immagini in modo che le persone possano sentirsi coinvolte nella creazione culturale e non essere semplici utenti. In questo senso, invitiamo persone di ogni genere, età e origine a interagire con la tecnologia e l’arte in modo innovativo.

OAI vuole inoltre sensibilizzare sui temi del diritto d’autore e della sicurezza giuridica sull’uso delle immagini, incoraggiando l’uso delle riproduzioni quando non vi è violazione delle licenze.

Inoltre, OAI mira a promuovere la trasmissione della cultura tra le generazioni attraverso strumenti digitali, al fine di coinvolgere le generazioni più giovani e avvicinare le generazioni più anziane all’apprendimento attraverso tecnologie innovative.

OAI si impegna a portare i migliori standard di Internet, marketing e intelligenza artificiale nel mondo dell’arte. Questo sforzo porta risultati in termini di know-how, visibilità e crescita del marchio per le istituzioni e le fonti coinvolte nella rete openGLAM. Incoraggiamo inoltre la crescita della stessa rete openGLAM, invitando istituzioni pubbliche e private a condividere le proprie collezioni digitalizzate.

Inoltre, OAI ha collaborato con Andrea Wallace dell’Università di Exeter ed Europeana, in uno scambio di informazioni, statistiche e dataset per lo studio dell’apertura e della diffusione delle collezioni della rete GLAM.

Inoltre OAI mira a collaborare con il settore educativo, fornendo strumenti innovativi per l’apprendimento a qualsiasi livello. In questo senso OAI partecipa alla rete italiana DiCultHer.

Attraverso il blog OAI cerca di coinvolgere gli storici dell’arte per una sempre migliore diffusione del sapere storico-artistico.