LAB.8 – La startup del design materiale

A cura di Maria Beatrice Artizzu

Abstract

Cosa è LAB.8 e perchè ne parliamo?

LAB.8 è una startup che si propone di creare una grande community nel settore del design e vuole dare uno spazio sia fisico che virtuale a ogni persona creativa coivolta. LAB.8 ha lo scopo di riunire FabLab e Makerspace in un grande network accessibile e fruibile da professionisti e studenti nel settore del design e dell’artigianato in modo che vengano sviluppate idee innovative e progetti che possano migliorare la vita delle persone.

Prefazione

Il movimento internazionale di belle arti e arti decorative Arts and Crafts nasce in Gran Bretagna alla fine del XIX secolo, si sviluppa e continua ad affermare la sua influenza fino al 1930 anche in Europa e nel Nord America, rappresenta il punto di partenza per il moderno industrial design. (1)

Il termine Bauhaus significa letteralmente «casa del costruire» e originariamente si riferiva alla scuola di design  frutto della fusione dell’ex scuola granducale di arti e mestieri e la Weimar Academy of Fine Art. Lo Staatliches Bauhaus emerse nel 1919 ed era guidato dall’architetto Walter Gropius. È importante notare che sin dall’inizio il Bauhaus non era solo uno stile architettonico, ma una vera e propria scuola che combinava artigianato e belle arti, influenze del modernismo, Arti e Mestieri inglesi ed infine il Costruttivismo. Le officine Bauhaus erano utilizzate per lo sviluppo di prototipi di prodotti per la produzione di massa. Gli artisti avevano la possibilità di utilizzare tecnologie moderne. L’ideologia Bauhaus è votata al risparmio. Gli esponenti del movimento Bauhaus miravano a controllare i costi, minimizzare i tempi d’esecuzione, ridurre materiali di scarto e spazio inutilizzato. Anche se la Bauhaus fu operativa solo dal 1919 al 1933, i suoi ideali sono ancora diffusi in tutto il mondo e restano rilevanti. (2)

Il New European Bauhaus è un’iniziativa creativa e interdisciplinare, ponte tra il mondo della scienza, della tecnologia e il mondo dell’arte e della cultura. Un invito a cambiare prospettiva, per guardare alle sfide del futuro come opportunità e trovare insieme soluzioni innovative a problemi sociali complessi. La parola chiave: co-creazione. L’iniziativa favorirà infatti la collaborazione tra cittadini, progettisti, esperti, imprese e istituzioni, per rivoluzionare il nostro modo di vivere insieme e costruire. (3)

A 100 anni dal Bauhaus, movimento che ha modificato radicalmente l’arte, il design,  l’architettura e non solo, la Commissione Europea ha avviato un nuovo Bauhaus europeo per ripensare i nostri stili di vita e dare forma a futuri modi di vivere che rispondano alle più ampie sfide attuali. Punti cardine del progetto sono accessibilità, inclusione e sostenibilità.  Ispirato ai principi della Bauhaus di Gropius, il Nuovo Bauhaus Europeo è un nuovo progetto ambientale, economico e culturale destinato ai paesi dell’Unione Europea, che coinvolge aziende e società civile in “un’ondata di ristrutturazioni in tutta Europa e rende l’Unione capofila dell’economia circolare”, come ha affermato la Presidente Ursula von der Leyen.

Tre sono le fasi previste dal New European Bauhaus: Design, Delivery e Dissemination. Si vuole creare reti e condividere le conoscenze al fine di individuare metodi, soluzioni e prototipi aperti e replicabili, mettendoli a disposizione di città, località, architetti e progettisti. Fondamentale sarà anche l’avvio di un dialogo con i cittadini, le imprese e il mondo accademico e il rafforzamento delle capacità istituzionali urbane. (4)   Il movimento considera il modo in cui tutti gli spazi sono progettati e realizzati, promuovendo la collaborazione tra diverse discipline e ambiti: architettura, ingegneria, scienze, tecnologia, arte, design, scienze sociali.  Con lo scopo di mobilitare architetti, ingegneri, scienziati, studenti e creativi per progettare nuovi modi di vivere insieme, l’iniziativa si traduce in una piattaforma di connessione tra scienza e tecnologia, arte e collettività per rendere gli spazi di vita di domani più sostenibili, economici e accessibili. (5)

DiCultHer è recentemente entrato a far parte della community NEB come partner ufficiale, Stephen Quest, Direttore Generale del Centro Comune di Ricerca (JRC) asserisce che il movimento NEB sostiene coloro che realizzano il cambiamento attraverso  il loro lavoro e incoraggiano gli altri a dare vita alle loro idee. DiCultHer incentiva anche le comunità educative e il mondo accademico che vuole aiutare gli studenti a diventare pensatori sistemici e critici, sviluppare l’agire, adattare le loro risposte a contesti in rapida evoluzione e collaborare con gli altri. Il presidente della Commissione Europea ha annunciato l’Anno delle Competenze 2023: il NEB nel processo di co-progettazione riconosce un approccio transdisciplinare, uno partecipativo e un impegno a più livelli. Questi principi stabiliscono chiare ambizioni su come si vogliono raggiungere gli obiettivi, lavorare oltre le singole discipline, la distinzione tra conoscenza formale e informale,  sostenere la comunità a creare e governare i nuovi progetti con la convinzione condivisa che siano necessari nuovi approcci per guidare il cambiamento trasformativo, senza discriminazioni di alcun tipo, con gli strumenti idonei per questo nuovo percorso. (6)

Nello spirito di condivisione  delle conoscenze e dei progetti sviluppati secondo i principi del NEB, vorrei parlarvi della Start-up  LAB.8 di due giovani designer, Gaia M. Sitzia e Lorenzo Finotto proposta all’interno di Talent Up Sardegna, il programma dell’Aspal e Regione Sardegna rivolto ai giovani che vogliono creare un impresa nell’Isola.

Il programma prevede la formazione tra Sardegna e America, sono appena rientrati da San Francisco- Silicon Valley e in partenza per il Babson College, spin off del MIT di Boston, quindi mi farò raccontare gli obiettivi, le esperienze vissute e i progetti per il futuro della loro Start up innovativa.

Lorenzo Finotto, Product designer e Co-fondatore/CEO della start up LAB.8

Ha iniziato la sua carriera da designer allo IED Cagliari nel 2013 per poi passare all’Interior Design in Ikea dal 2016 al 2020. Attuale referente del laboratorio di modellistica al Fab Lab Oristano Est, collabora come product designer  con lo studio di architettura “DMC Architetti” e sta portando avanti con la sua collega co-funder Gaia Sitzia la start-up LAB.8, che si propone di innovare FabLab e Makerspace con uno sguardo verso l’artigianato e il product design, e il “LAB.8 Studio”, il laboratorio di design che gestisce.

Gaia M. Sitzia,  Media designer e Co-fondatore della start-up LAB.8

Designer specializzata in comunicazione visiva, brand identity e progettazione di sistemi interattivi. Dopo gli studi al Liceo Artistico  e Musicale Foiso Fois di Cagliari, ha conseguito la laurea allo IED di Cagliari con  Trapped, un progetto di tesi sulle metodologie di progettazione delle escape room per formazione e lavoro, per poi lavorare nel settore. Attualmente collabora con DiCultHer per il progetto CULTURE DIGITALI, di cui è responsabile grafiche ed impaginazione editoriale, e con il suo collega co-funder Lorenzo Finotto sta portando avanti la Start-up LAB.8 per creare un polo di cultura del design e collaborazione che parte dalla Sardegna.

Intervista

Qual’ è lo scopo della start-up e come avete iniziato questa avventura?

Good design can change people’s lives, and we believe this vision is inside the designers’ eyes. Makerspace can be the best place to bring their project to life and we want to show them how they can impact the design world and make a change.

Il buon design può cambiare la vita delle persone e i designer hanno la visione di questa innovazione. I Fablab e Makerspace possono essere il posto migliore per portare alla vita i progetti dei designer e noi vogliamo mostrare come possiamo essere un cambiamento nel mondo del design.

Questa è la visione su cui si basa LAB.8. Tutto è iniziato da un product designer (Lorenzo) che cercava un posto in cui prototipare e sviluppare le sue idee, ha sentito parlare dei FabLab e ha provato ad accedervi entusiasta, ma ha trovato tutto inaccessibile, incomprensibile e chiuso. Ha poi scoperto, confrontandosi con altri suoi colleghi che  si sono trovati di fronte alla stessa difficoltà, che il problema non era la scarsa richiesta, ma  la comunicazione ad essere fallimentare, quindi Lorenzo ha avuto l’intuizione di collegare i FabLab in una rete e ricreare la comunicazione degli stessi. Così, in team con la sua collega storica media designer Gaia,  inizia a lavorare al progetto di start-up LAB.8 che viene inviato per la selezione del programma di Talent-Up (7) di Entrepreneurship and Back della Regione Sardegna e ASPAL, un percorso di 4 mesi (uno a Cagliari, uno tra San Francisco e Silicon Valley e due al Babson College di Boston, spin off del MIT), con l’obiettivo di far emergere le capacità imprenditoriali della Sardegna. E adesso siamo pronti a partire per Boston e lavorare per trovare il modello di business che renderà LAB.8 possibile e un veicolo di collaborazione, sperimentazione, artigianato e consapevolezza sul design.

Noi designer affrontiamo ogni giorno le difficoltà di trovare gli spazi, digitali e non, più adatti alle nostre esigenze. Il processo di creazione è la base del lavoro e del modo di apprendere la realtà progettuale, ma si ha bisogno di attrezzature (spesso costose) e conoscenze per creare il proprio laboratorio e realizzare le proprie idee.

Lab.8 fonda le sue basi proprio su questo: fornire spazi di lavoro, digitali e fisici, macchine e servizi a persone che vogliono creare, studiare e inventare, ma che non hanno la possibilità di organizzarsi in proprio.  Parliamo quindi di studenti di tutte le età, dalle medie alle università, parliamo di creativi che per hobby vogliono creare e personalizzare i loro oggetti, ma non hanno spazio o hanno poco tempo, parliamo anche di architetti, ingegneri e ricercatori, che hanno bisogno di creare prototipi per presentare o per portare avanti il loro lavoro.

In tutto questo però aggiungiamo la parte internazionale, l’unione di comunità di diverse regioni del mondo, perché abbiamo capito, durante il nostro percorso in America grazie al programma Talent Up 2022 promosso da Aspal, quanto possa essere d’impatto avere dei team di sviluppo di diverse nazionalità. Questo perché ognuno di noi ha una visione diversa del mondo, soprattutto se parliamo di contesti culturali estremamente diversificati.

Ecco cosa vuole essere Lab.8: un polo per creativi che pone le basi per creare ponti di comunicazione tra persone in giro per il mondo a cui piace generare progetti diversificati, innovativi e sostenibili.

Lo spirito è internazionale, ma perché nasce in Sardegna? (Che ne pensate del premio Sardegna Design Award?)

La Sardegna è una terra ricca di storia e artigianato e allo stesso tempo lavora per essere parte della società digitale e dell’innovazione, il che la rende terreno fertile di sperimentazione e crescita di una start-up che si occupa di innovare riscoprendo le tecniche di lavorazione artigianale e sperimentazione con consapevolezza del passato e del futuro. Il tessuto sociale da spazio alla sfida di trovare il modo di comunicare per far arrivare il messaggio giusto, con attenzione alla localizzazione e all’inclusione del territorio e delle comunità sarde; da questa esperienza siamo sicuri di trarre gli insegnamenti e le opportunità che porteranno LAB.8 a crescere in Italia, in Europa e approdare nel  “mondo”.

Il premio internazionale istituito dall’architetto Jari Franceschetto “Sardegna Design Award”,  è estremamente stimolante per far vedere quanto la nostra isola è attrattiva e interessante nel design e quanto il nostro artigianato può e vuole essere innovativo. (8)

Il Sardegna Design Award è un’ottima possibilità che porta la Sardegna verso un futuro consapevole e alla collaborazione, valorizzando i processi del buon design; tutte tematiche che LAB.8 condivide e intende portare avanti insieme alla start-up.

Perché proprio i fablab e come intendete valorizzarli e metterli in network?

Un buon designer basa la sua esperienza sulle ricerche e sugli studi e sa come interagire con le esigenze del cliente. In questo processo progettuale spesso si trova a dover creare prototipi per comprendere  quali siano le soluzioni migliori o per far vedere il modello in scala al committente.

Con le nuove tecnologie, stampa 3D, taglio laser, frese CNC, solo per citarne alcuni, è possibile creare velocemente prototipi, slegandosi dalle tecniche classiche e lasciando lo spazio alla creatività.

Questo genere di attrezzatura, spesso molto costosa, è già presente all’interno dei Fablab e dei Makerspace che costituiscono gli spazi ideali per la creazione di prototipi.

In realtà la mission originale di spazi di coworking come questi  è proprio quella di creare community intorno ad essi condividendo idee, attrezzature, informazioni e tempo per migliorare e ampliare  i processi di innovazione.

In un’ottica ambientalista e di sostenibilità troviamo che non sia una buona idea creare altri spazi di lavoro dove in realtà già esistono, una ridondanza di spazi, attrezzature costose che  possono creare confusione nell’utente. In Sardegna queste realtà sono già presenti, una in ognuna delle città più importanti, però nessuna di queste, come accade anche in quasi tutto il resto dell’Italia, è interconnessa in maniera efficace con le altre.

Questa mancanza di comunicazione quindi può creare nell’utente una frustrazione derivante dal fatto di dover avere troppo tessere di iscrizione, a dover rifare da capo le cose se si sposta da una città all’altra e a una perdita di tempo che aumenta i costi del processo creativo. Noi quindi vogliamo prendere esempio da quello che il Fablab Torino ha creato per la sua community, che ha messo in interconnessione i Fab Lab della regione per poter migliorare i loro servizi per gli studenti universitari durante il lock down del 2020, come ci racconta Carlo Boccazzi Varotto (9).  Questa nuova soluzione di collaborazione  ha portato una nuova apertura e una nuova linfa vitale agli spazi più piccoli migliorando la loro capacità di comunicazione verso il pubblico.

Perché la collaborazione è così importante nel settore del design e come volete mettere in contatto gli utenti?

Ogni progetto è composto da svariate sfaccettature, tra le quali vanno scelte le migliori da sviluppare per portare l’idea al successo e ognuna ha le sue caratteristiche peculiari che hanno bisogno di conoscenze specifiche per essere portate avanti nel migliore dei modi, e qui nasce l’esigenza del team. Un gruppo di lavoro efficiente racchiude varie personalità  e soprattutto specializzazioni che vanno selezionate in un discorso di complementarietà di professioni sull’idea stessa, così che scatti la contaminazione tra i diversi punti di vista che si interrelano per creare soluzioni innovative e ragionate sul bisogno.

Nessun grande progetto viene sviluppato da una singola persona e le idee  sono come l’influenza: passano di bocca in bocca e lasciano sempre un piccolo segno.

Questa frase secondo noi  è emblematica per il lavoro del designer in quanto è impossibile sviluppare un progetto individualmente. Un buon progetto  ha dietro di sé una campagna di comunicazione che lo racconta, uno studio sui social, fotografia, stesura dei testi, ma anche un esperto di modellazione 3D, un renderista, un tecnico per prototipazione, figure professionali che formano  un team, ognuna con le proprie passioni, esperienze e i propri saperi.

Ogni persona è necessaria, ogni informazione può far evolvere e migliorare il processo creativo e può far ottenere il migliore risultato possibile.Noi vogliamo essere un punto di raccolta di informazioni, un punto in cui ognuno può chiedere aiuto, può recuperare le informazioni a lui necessarie e cercare confronto creativo per la propria crescita personale e del progetto.

Come product designer e con l’esperienza di un contatto diretto con l’artigianato sappiamo quanto può essere difficile conciliare modellazione 3D con render o con modellazione per stampa 3D e sappiamo che un designer non per forza è un artigiano o conosce l’artigiano giusto per il suo progetto.

Quindi diventa necessario avere un punto di riferimento dove si può  trovare facilmente la persona idonea per il progetto da sviluppare. Fare un’attività di mappatura delle esperienze e creare network tra tutti i protagonisti diventa di cruciale importanza per condividere informazioni, esperienze e soluzioni.

Qual è l’idea dietro al team per portare avanti la start-up?

Nel Design come nell’imprenditoria, il team giusto è alla base del successo del progetto. Stiamo partendo in due: un designer del prodotto e una designer della comunicazione. Le nostre professioni ci permettono di vedere con chiarezza il problema e il nostro target, di realizzare progetti che facciano conoscere noi e la nostra start-up, di trovare la via di comunicazione più consona per collegare FabLab e designer in un grande network che coopera. Il nostro obiettivo è quello di ampliare il team con professionisti nel campo del social media managing e della gestione aziendale, perché siamo convinti che le differenti specializzazioni siano necessarie in un team per permettere ad ogni elemento di potersi sviluppare nel miglior modo possibile.

Riconoscere che si ha bisogno degli altri per lavorare bene è la chiave del successo.

Come si sta muovendo LAB.8 e su cosa lavorerete una volta tornati da Boston?

Dopo Boston dovremo creare il primo spazio di Lab.8 a Cagliari, uno spazio misto tra makerspace e coworking in stile americano (l’ispirazione arriva dai posti fequentati durante il programma a San Francisco come InnovIT, Galvanize, Human Made), realtà che abbiamo avuto modo di visitare e con cui ci siamo relazionati. Dovrà essere necessariamente facile da raggiungere, agevole da frequentare e aperto a tutte le richieste: per dare agli studenti delle scuole superiori e universitari un supporto per lo studio dei loro prototipi, condividere con  designer, artigiani, architetti, maker e differenti figure professionali  i progetti per crescere insieme.

LAB.8 inoltre si propone come start-up che vuole fare la differenza per il mondo del design materiale e per i FabLab ed è  fondamentale comunicare ai nostri potenziali utenti qual è la nostra vision, che problema stiamo risolvendo per loro e come facciamo la differenza. Per fare questo serve “fornire delle prove”per permettere a FabLab, professionisti e studenti nel campo del design materiale di non doversi solo concentrare sulla fiducia per sceglierci. E qui entra in campo la comunicazione; se vogliamo raggiungere la nostra utenza abbiamo bisogno di una strategia e una pianificazione dei contenuti digitali e dal vivo per mostrare chi siamo, cosa facciamo, come lavoriamo, che problema stiamo risolvendo e come possiamo essere utili, cosa che si traduce nello studio e nella diversificazione di linguaggio tra i vari media e tra le tipologie di contenuti audiovisivi.

La strategia di comunicazione da portare a Boston per essere studiata e rielaborata e per essere testata al nostro rientro si divide in due settori distinti: “LAB.8 Studio” e “LAB.8 (start-up)”.  LAB. Studio si basa su una strategia di Personal Branding dello studio di design e dei progetti che sviluppa, usando la rete di fablab e le collaborazioni che riusciremo a portare avanti con la community del design materiale in modo da mostrare e dare le prove del funzionamento del nostro approccio e del metodo di lavoro che promuoviamo come valori che fanno da base alla Start-up. LAB.8 Start-up si concentrerà sul promuovere la cultura del design, del networking e della collaborazione, mettendo in contatto i designer, gli artigiani, i FabLab, le associazioni e le scuole; allo stesso tempo è importante trasmettere le tecniche artigianali, le specializzazioni, la sperimentazione, la ricerca, i design e le persone che ruotano intorno a questo mondo per raccontare, divulgare e far crescere la community che porterà avanti progetti che possano migliorare la vita delle persone e del pianeta.

Oltre alla rete di professionisti che volete appoggiare, che cosa bolle in pentola nel vostro studio? Di quali tipi di progetti vuole occuparsi la start-up?

Noi come LAB.8 start-up vogliamo valorizzare e aiutare la crescita di progetti che stanno seguendo il progresso del buon design come veicolo di consapevolezza del settore e vogliamo esplorare le tecniche di prototipazione e artigianato classico per rendere ogni prodotto con una storia e un obiettivo. Come studio di progettazione vogliamo concentrarci su progetti che abbiano come punto fermo la sostenibilità e la sensibilizzazione ambientale, che spaziano dalla sperimentazione creativa  alla salvaguardia dell’artigianato classico, perché crediamo che gli unici limiti sono quelli che ci imponiamo.

Attualmente abbiamo un impegno con l’I.T.I.S Othoc a di Oristano per il PCTO  “Prototipazione e Design: dalle basi alle aziende” e uno con il Liceo Artistico  Musicale Foiso Fois di Cagliari per il PCTO “Design in a box”. Abbiamo intrapreso collaborazioni con i nostri colleghi “Startuppers” Daniele Gavelli (10), che con la sua start-up Solar Wings è in grado di trasformare ogni bicicletta in un mezzo elettrico ad energia solare, e Davide Ardu (11) con Sa Inland Farm, con la quale vuole offrire ai suoi clienti la possibilità di coltivare in un piccolo spazio di casa gli ortaggi di consumo domestico a costo zero, per la progettazione, consulenza, sviluppo e design dei loro prodotti. 

Stiamo iniziando una partnership con il nostro collega di percorso David Andrea Collu con la sua start-up 3Dominion, che si occupa della produzione di ricambi e parti custom funzionali e altamente resistenti per attività industriali e impieghi speciali (12). Collaboriamo come start-up e studio insieme a DMC architetti di Cagliari (13) e Confartigianato Oristano (14).  Abbiamo appena concluso il progetto del pop-up store “il Tornio di Via Figoli” a Oristano, in collaborazione con Confartigianato Oristano (una mostra negozio in cui durante le vacanze natalizie 6 importanti ceramisti oristanesi si mettono in vetrina per mostrare le loro tecniche di lavorazione, creando un perfetto connubio tra le ricostruzioni delle ceramiche della tradizione nuragica fino a trovare spazio con le ceramiche moderne) (15). Collaboriamo con la Società cooperativa sociale “Nel Sinis”, che a Oristano promuove e fa divulgazione nei giovanissimi sulle nuove tecnologie e le problematiche legate all’inquinamento del mare (16).

Abbiamo inoltre progettato il sistema di illuminazione per il nuovo negozio di Kentos a Cagliari: le lampade raccontano un cerchio virtuoso che unisce i cesti antichi sardi alle nuove tecnologie di modellazione e stampa 3D, tenendo un file rouge in tutto il processo che è la farina;  le ceste sono decorate con steli di grano sardo mentre i paralumi sono stampati in PLA carica di fibra “farina di grano”(17).

Interventi

Quali pensieri suscita una start-up come LAB.8?

Jari Franceschetto

Jari Franceschetto è il fondatore dello studio AJF/design. Laureato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia I-U-A-V, svolge attività di progettazione, ricerca e consulenza strategica. Molti dei suoi lavori hanno ricevuto premi e sono stati pubblicati da importanti riviste. Alla pratica professionale affianca l’attività teorico-culturali e di supporto alla formazione.

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Viviamo un’epoca dove il tempo sembra non basti mai, tutto intorno a noi corre velocemente e cambia, connettendosi e disconnettendosi tra mondi reali e virtuali.

Le nuove generazioni maturano in contesti che spesso restituiscono insicurezze. Si diventa preda di se stessi e delle proprie paure, tutto sembra difficile tutto è ansia.

In un futuro dove lo Spazio diventa Metaverso appare importante sperimentare nuovi modelli per inventare e far emergere la creatività del nuovo domani. 

In un momento di grandi cambiamenti come quello che si sta vivendo in cui è sempre più evidente che la creatività nasce dalla curiosità e dal saper avere coraggio, il ruolo di una start-up come LAB.8 rappresenta un modello capace di far convergere, incontrare e crescere le differenze.

Una start-up che può riuscire e convogliare energie in condizioni altamente stimolanti e multidisciplinari nel quale non esistono paure.

LAB.8 può tracciare un modello di business possibile e un veicolo per la collaborazione e sperimentazione fra creativi mossi dall’amore per il proprio lavoro e la voglia di percorrere nuove strade.

Che ruolo gioca la scelta del team per costruire una start-up?

Stefano Mureddu

Stefano Mureddu, 33  Founder e Director: Money – Business Coaching Solutions Head of Business Development (Team ltaly) lnternational congresses speaker

Il Team rappresenta un aspetto di estrema importanza all’interno di una qualsiasi Startup. Che si tratti di un progetto di rilievo regionale o internazionale, deve seguire una struttura ben precisa per essere in grado di trasformare un’ottima idea in un progetto realizzabile, funzionale e che rispetti un modello di Business in grado di creare “appeal” nel suo mercato di riferimento. Cosa nota infatti, che la maggior parte degli investitori, potrebbe in primis, valutare i membri da cui è composto il Team e solo successivamente, prenderne in considerazione l’idea.

Tanti Startupper si affidano alle proprie attitudini personali e sviluppano conoscenze specifiche a supporto del proprio progetto, ma spesso in corso d’opera, ci si rende conto che conoscere bene l’argomento di cui si parla, non è sufficiente per trasformare ottime idee in veri e propri modelli di Business.

Per questo motivo, la presenza di un Business Coach specializzato, può essere di estremo supporto per consentire ad ogni membro del Team, di sviluppare e acquisire tutte le competenze accessorie, indispensabili per il Successo della propria Startup.

Ringraziamenti

In questo momento sentiamo di avere tante persone da ringraziare, anche perchè questo progetto è frutto del nostro lavoro come team e della collaborazione di varie Società, Associazioni, Enti e differenti professionisti. Ringraziamo per le possibilità che ci sono state date e le  persone che ci hanno seguito e ci stanno ancora aiutando in questo percorso:

ASPAL, Apply Consulting, Babson College, Bandzai, Confartigianato Oristano, DMC Architetti, Fab Lab Oristano Est, Fondazione Brodolini, Galvanize (San Francisco, CA, US), IED Cagliari, InnovIT (San Francisco, CA, US), Italiani di Frontiera, (ITIS) Istituto Tecnico Industriale Statale Othoca di Oristano, Liceo Artistico e Musicale Foiso Fois di Cagliari, Manifattura Tabacchi, Regione Sardegna, Società Cooperativa Sociale Nel Sinis, Talent-up Sardegna 2022,

Alfredo Coppola, Antonio Ricciu, Carlo Boccazzi Varotto, Chris Burry, Daniele Gavelli, David Andrea Collu, Davide Ardu, DiCultHer, Elena Visentin, Elisabetta Secchi, Fabio Sgaragli, Francesca Buonanno, Graziano di Paola, Marco Franceschi, Maria Beatrice Artizzu, Maria Gabriella Artizzu, Paola Riviezzo, Paolo Privitera, Roberto Bonzio

Tutti i nostri colleghi del programma Talent-up che trovate qui [https://www.talentupsardegna.it/]

L’articolo in veste grafica con immagini è visibile nella Rivista “Culture Digitali”  pg. 102-111

REFERENCES

Arts and Crafts
https://www.designindex.it/definizioni/design/arts-and-crafts.html

10 principi del Bauhaus ancora validi oggi
https://art.art/it/blog/10-bauhaus-principles-still-apply-today

New European Bauhaus
https://becivic.it/new-european-bauhaus/#:~:text=Il%20New%20European%20Bauhaus%20%C3%A8,innovative%20a%20problemi%20sociali%20complessi

Che cos’è il Nuovo Bauhaus Europeo di Antonella Ilaria Totaro
https://www.renewablematter.eu/articoli/article/che-cose-il-nuovo-bauhaus-europeo

Cos’è il New european Bauhaus, la nuova visione di un’Europa bella, sostenibile e inclusiva –  di Elisa Torricelli
https://www.lenius.it/cose-il-new-european-bauhaus/

New European Bauhaus – New Learnings for a Sustainable, Beautiful, and Inclusive Future – Interview with Stephen Quest*, Director-General of the Joint Research Centre (JRC) https://www.diculther.it/rivista/new-european-bauhaus/

Talent-Up  di Entrepreneurship and Back della Regione Sardegna e ASPAL [https://www.talentupsardegna.it/]

https://sardegnadesignaward.com/en/project-en/
https://suberdesign.it   Le materie  prime si stanno esaurendo, il clima mondiale manifesta il malessere della Terra in cui viviamo. Non si può più pensare di proseguire sulla strada dei consumi sfrenati e diventa un dovere ripensare come vivere e fare business. La differenza è fatta di persone. Sono le persone, il loro pensiero e le loro azioni che possono contribuire a cambiare il Mondo. Il progetto Suber interpreta in modo ideale la moderna concezione di economia circolare, un nuovo modello in cui nulla viene scartato e dove la produzione degli oggetti deve avvenire in armonia con le esigenze dell’ambiente naturale.

makPI (https://makpi.it/)- FabLab Torino (https://fablabtorino.org/) – Carlo Boccazzi Varotto (https://www.linkedin.com/in/carloboccazzivarotto/#experience)

Video intevista Talent Up  Solar Wings (https://www.instagram.com/p/CmbaLvDJwjE/) Profilo personale (https://www.linkedin.com/in/daniele-gavelli-49a5506b/)

Video intevista Talent Up Sa Inland Farm (https://www.instagram.com/p/CmL-BlQg7Wh/) Profilo personale (https://www.linkedin.com/in/davide-ardu/)

Video intevista Talent Up  3Dominion (https://www.instagram.com/p/Cmgbl0opk5o/) Profilo personale (https://www.linkedin.com/in/david-andrea-collu-750b84163/)

http://www.dmcarchitetti.com/  (instragram https://www.instagram.com/dmc_architetti/?hl=it)

https://www.confartigianato.oristano.it/ ( facebook https://it-it.facebook.com/conforistano/)

https://it-it.facebook.com/NelSinis/https://www.comune.oristano.it/it/servizi/servizio/Spazio-Giovani-Oristano-00001/

http://www.kentosardegna.it/ (instragram https://www.instagram.com/p/CmrCIwmM7qn/?igshid=MDJmNzVkMjY%3D)