Una web TV per fare. Una web TV per capire

di Piero Chiabra

Viviamo in un mondo confuso e complesso, in cui è difficile capire l’oggi, e ancor più difficile prevedere il domani.

Un mondo in cui certezze che parevano eterne scompaiono in un attimo, e  in cui nulla, nulla può essere dato per scontato, perché tutto è continuamente mescolato in un convulso divenire. Per tutti, sopravvivere, professionalmente, culturalmente, socialmente, è difficile, come padroneggiare un cavallo imbizzarrito, in cui il prezzo della caduta è l’obsolescenza, il ritardo culturale, la mancanza di opportunità.

Ancor di più, l’entrata in questo mondo è difficile per un giovane. Confuso da modelli culturali conflittuali, formato da una scuola sulla base di criteri in gran parte obsoleti e, molto spesso purtroppo, ulteriormente vanificati da lassismo o da inerzia culturale, è difficile per un giovane trovare un “ubi consistam”, un approccio mentale che lo metta in grado di comprendere la realtà, e di tracciare attraverso di essa una direzione per il suo cammino.

Forse, l’unico modo di avviare i giovani lungo una strada positiva e di successo è riuscire a plasmare in loro una mentalità in grado, da un lato, di affrontare le cose in modo pratico e razionale; dall’altro, di fornire loro competenze, come le competenze digitali, essenziali ormai in qualunque percorso professionale, come peraltro nella vita di tutti i giorni,  e strumenti concettuali in grado di porli di fronte al futuro in modo tale da comprenderlo, e gestirlo. Tutto questo richiede da un lato una trasmissione di competenze tali da assicurare una cultura diffusa e orizzontale, tale da “permettere di imparare”, cosa che non si può ottenere senza una necessaria disciplina mentale; dall’altra, la padronanza dei cosiddetti “soft skill”, tanto decantati dalla pubblicistica che si occupa di queste cose  che quasi il menzionarli è diventato un luogo comune,  e che sono, in realtà, niente altro che il sapere come padroneggiare i rapporti con gli altri, come lavorare insieme, come comunicare, come  rapportarsi con chi condivide uno stesso progetto.

Riassumendo:  mentalità pratica e razionale, solide competenze, e soft skill. Ma come trasmettere tutto questo? Come far sì che queste competenze e skill possano essere acquisiti e praticati? Il percorso è necessariamente complesso, ma forse, in questo percorso, un elemento può essere importante: coinvolgere i giovani in progetti che li vedano protagonisti, insegnare loro la cultura e, perché no, la bellezza e la soddisfazione del “saper fare”, tramite la realizzazione di qualcosa di concreto, di bello, di coinvolgente, come palestra e somma dell’apprendimento di tutto quel modo di approcciare la realtà che si è tratteggiato prima. E, visto che sono così importanti nel nostro mondo, sarebbe bene che questo “saper fare” riguardasse progetti che coinvolgono l’utilizzo di tecnologie digitali, per provvedere una esperienza di diretto possibile utilizzo. E, forse, di tecnologie digitali utilizzate a fini di comunicazione, vista l’importanza che la comunicazione e il lavoro di gruppo hanno all’interno dei “soft skill”. Magari, infine, per la trasmissione di contenuti culturali, come contributo alla formazione di una mentalità aperta e razionale.

Un progetto interessante, che soddisfa tutti questi requisiti potrebbe essere, per esempio, costituire in un istituto scolastico una Web TV gestita dai suoi studenti.

E proprio questo qualcuno ha provato a fare.

Nato nel 2020, in pieno lockdown, nell’ambito di una Rete nazionale di scuole per le metodologie didattiche innovative, e in coerenza con l’obiettivo « Competenze e Contenuti» del Piano Nazionale Scuola Digitale il progetto “Web TV per la cultura”, promosso presso il Liceo D’Oria, di Genova, con la collaborazione di diGenova OdV, mirava alla costituzione di un servizio di web TV digitale permanente, gestito da uno specialista di comunicazione part time, e i cui contenuti e organizzazione  venivano generati totalmente dagli studenti.

Perché una Web TV? Perché, si è visto, combina il meglio di due mondi: un mezzo di facile accessibilità e fruizione, come la TV, che però, come il web consente di avere archivi, e un grado di interattività con i contenuti molto maggiore della TV tradizionale.

Certo, sono necessarie delle competenze. Queste sono state fornite da un corso, impartito agli studenti da specialisti del settore, che ha formato gli studenti sulle tecnologie e gli strumenti a disposizione per realizzare la web TV. Si è passati quindi allo sviluppo, scegliendo, dopo una accurata analisi, YouTube come piattaforma di base, in quanto permetteva di usufruire di una varietà di funzioni poco sfruttate, ma molto utili ai fini della creazione di archivi digitali.  E si è poi integrata la web TV con i social network, in modo da generare un circolo virtuoso che promuova la sua diffusione e visibilità in rete.  E, a quel punto, la parola è andata a loro: agli studenti, con la loro creatività e il loro entusiasmo. Da soli, con la loro capacità di autoorganizzazione, hanno realizzato una serie di servizi su aspetti culturali della realtà genovese, che costituiscono il nucleo di base dell’archivio della web TV, servizi che si sono rivelati di sorprendentemente alta qualità e interesse generale, e che costituiranno la base di una espansione del servizio nei prossimi anni.

Servirà? Sicuramente. Basterà? No, di certo. Ma è un primo passo verso un nuovo modo di creare competenze, di stimolare la creatività e, in tutta umiltà, di fare cultura.

Vedremo, di tutto questo, gli sviluppi futuri. Nel frattempo, se qualcuno vuole rendersi conto di ciò che è stato realizzato, può guardare qui:

https://www.youtube.com/channel/UC0bxCE5qiC7Oz6NNxFOANgA

È solo un inizio. Ma è un buon inizio. Ed è forse l’inizio di qualcosa di importante. Per gli studenti, per la scuola, per tutti noi.