Quale futuro per la valorizzazione delle competenze professionali dei nostri giovani?

IL PROTOCOLLO EDVERSO

A cura di Antonella Giordano, Vicedirettore InternationalWebPost

Per superare le sfide imposte dalla globalizzazione è la cultura la prioritaria soluzione. Lo si sa e lo si sente ripetere insistentemente da fonti autorevoli, istituzionali e non, ove operano persone che sono fattivamente impegnate affinché le affermazioni diventino una realtà, persone che credono che il mondo della formazione svolga un ruolo fondamentale per il futuro dei giovani. Prendersi cura dei giovani impone la modifica degli obsoleti paradigmi formativi improntati a schemi dall’evidente contenuto autoreferenzialconcorreziale, troppo imperniato sulla genericità delle proposte (e/o sulla deficiente coesività dei temi secondo le leggi del marketing) alieni dall’essere strumenti utili e competitivi nell’approccio richiesto dal panorama sistemico attuale.

La sensibilità verso la modernizzazione non è più in sé un elemento spendibile per quanto apprezzabile. Ciò che richiede la globalizzazione alla scuola di ogni ordine e grado e alle scuole di formazione e’ che ci si allinei tutte in un unico progetto globale che consenta di accedere al futuro dell’Educazione, trasformando la realtà da locale (e inutile per discenti) a internazionale (e utile per il futuro dei discenti e del Paese) avvalendosi della tecnologia Blockchain.

Sostengo fermamente e in tal senso – per amore verso il mio Paese che per secoli è stato faro di cultura e che malgrado il disinteresse politico ad investire per la ricerca e l’istruzione conserva il privilegio di partorire eccellenze e talenti che, ridotti alla fame in Patria, trovano all’estero il rispetto che meritano – spendo tutto il mio impegno perché la cultura risorga dal baratro in cui è trascinata da anni. Perseverando lungo il crinale dell’affossamento si continuerà a dover sopportare pessima scrittura, risibili talk show improntati al nullismo, beceri registri espositivi, processi di conservazione dei documenti cartacei inefficienti – e, cosa che stando ai dati statistici, è allarmante – nessuna reale motivazione per gli studenti ad apprendere e ad ottenere buoni risultati , mancanza di fiducia nei meriti educativi e nei titoli accademici a causa della esponenziale industria della falsificazione.

Dovrei proseguire e vorrei poterlo fare per aggiungere molto altro ma il rigore mi impone di perimetrare il mio pensiero al contesto.

Mi fermo sul punto da ultimo elencato per coerenza con la notizia che ispira questo mio intervento.

Il Protocollo EDVERSO

Con l’obiettivo di pervenire ad un sistema condiviso per la valorizzazione delle competenze, dei crediti e delle professionalità acquisiti nel settore dell’educazione, della formazione della cultura, il 15 giugno in Roma, a Palazzo Theodoli-Bianchelli, è stato presentato il protocollo EdVerso.

Il Progetto EdVerso, avviato il 2 settembre 2019 a Matera con il nome LRX CULTURE da #DicultHer e della LutinX (ex Lirax) – società operativa nel settore della Blockchain, dopo tre anni di sperimentazione in Italia ed all’estero, è giunto al suo compimento.

EdVerso è un progetto italiano, e ciò incoraggia a ben sperare sulla sua futura implementazione considerando che si fonda sull’applicazione di un protocollo blockchain , frutto del coordinamento tra leader mondiali nel campo della cultura, della tecnologia, della formazione, dell’associazionismo e dello sport che, insieme, hanno lavorato per oltre tre anni di fase sperimentale, per favorire l’innovazione nell’ambito della formazione e della tracciabilità in tale ambito.

I sistemi blockchain possono essere utilizzati per supervisionare e facilitare l’accreditamento di scuole, college e università, proteggere i diritti di proprietà intellettuale ed eliminare la falsificazione di diplomi e trascrizioni. EdVerso si propone, dunque, come sistema integrato che unendo l’identità, la data certa e il dato certo consente, a chi eroga formazione, di emettere i certificati/attestazioni in blockchain, permettendo di fatto una loro immediata consultazione e verifica ovunque nel mondo.

Chi eroga formazione nelle diverse modalità, formali e non formali, dirette ed indirette, trova quindi in EdVerso un soggetto identificato legalmente, che “rilascia” ad un terzo soggetto, “il discente”, un Certificato Digitale (Digital Badge) sempre leggibile e verificabile senza alcuna applicazione particolare, in cui si attestano e tracciano i risultati della persona, valorizzando la stessa, e rendendo sempre chiaro e verificabile l’iter formativo seguito.

Gli smart-contract possono svolgere sicuramente un ruolo essenziale nel fornire un apprendimento individualizzato all’interno di una struttura scolastica convenzionale e creare l’elemento motivazionale mancante nei sistemi educativi tradizionali.

C’è molto da lavorare per una capillare implementazione ma ritengo che, anche a lume di quanto affermato in occasione della presentazione del Protocollo, debbano essere valorizzati gli sforzi fino ad oggi compiuti attraverso ogni strumento per promuove la transizione digitale dei cittadini e dei lavoratori nel settore dell’educazione, della formazione e della cultura, partendo dall’esperienza consolidata di un Network di professionisti presenti in 12 Nazioni, afferenti a Centri di Formazione, Università, Scuole Superiori, Centri di Impiego, ed Uffici di Selezione del Personale.