CULTURA DIGITALE, RELAZIONE, EMPATIA. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale.

Questo secondo volume -collettaneo- della linea editoriale Stamen sul Patrimonio Culturale digitale affronta, attraverso un articolato dialogo interdisciplinare, contesti e prospettive nuove della cultura digitale.

Si parte dagli aspetti psico-relazionali a livello didattico nel richiamo soprattutto della dimensione empatica applicata a tematiche e contenuti digitali, fino alle riflessioni sulle sperimentazioni pedagogiche, applicate al territorio.

Nel volume, le prospettive delineate si aprono progressivamente a riflessioni più generali sul possibile statuto antropologico del nuovo patrimonio culturale in cui l’intreccio tra sfera comunicativa, tecnologie emergenti e istanze socio-politiche, rende sempre più urgente un orientamento più uniforme circa le implicazioni della nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo: una cornice per la promozione della Cultura Digitale, l’Educazione al e con il Patrimonio culturale digitale, l’Educazione alla sostenibilità, il gender mainstreaming per la costruzione di un’etica nella visione olistica del vivere.

In questo scenario, la promozione della Cultura Digitale, rappresenta una pre-condizione abilitante che deve essere diffusa per orientare processi complessi di trasformazione digitale, per “garantire a tutte e tutti le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del presente, per proiettare la società civile al meglio nel futuro, per far in modo di avere cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro” …. anche ai fini di realizzare quei nuovi spazi di apprendimento intesi come agorà virtuali dell’innovazione pedagogica.

La riflessione sulla promozione della Cultura Digitale, sull’Educazione alla Cittadinanza, l’Educazione alla sostenibilità, sull’Educazione al Patrimonio, sul gender mainstreaming traggono ispirazione dal riferimento a un approccio filosofico-pedagogico che ha avuto una grande rilevanza in ambito internazionale: il capability approach.

Nello specifico, la teoria del capability approach appare un riferimento valoriale di accompagnamento della riflessione pedagogica contemporanea per la promozione della Cultura Digitale, in quanto valore metodologico, strutturale e di contesto, all’interno della quale avviare una nuova ermeneutica di coesione sociale e promozione delle diversità.

Cultura e Cultura Digitale, quindi, non sono in contrapposizione, ma diventano elementi centrali della dimensione educativa e didattica nello sviluppo di contesti capacitanti per la sostenibilità e la promozione della titolarità culturale.

Il tema dello sviluppo civile e sociale connesso all’approccio alle capabilities sicuramente può essere considerato come un punto di riferimento per ripensare le pratiche educative in un’ottica generativa anche in riferimento a nuovi valori educativi centrati sulla dimensione inclusiva e sul contrasto alle disuguaglianze.

In più parti di questo volume si riflette sulla prospettiva di perseguire l’obiettivo di andare oltre il mero utilizzo delle tecnologie ICT verso una sua funzione abilitante ai fini della valorizzazione dell’esistente.

In questo senso, il sapere digitale sta offrendo occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come eredità comuni e il digitale sta assumendo valenza metodologica ed epistemologica per una nuova ermeneutica della Cultura.

Ambiti, questi, che l’Associazione #DiCultHer sperimenta dal 2015 per veicolare l’uso e la consapevolezza del valore delle tecnologie digitali per la salvaguardia, rappresentazione e valorizzazione e gestione dei patrimoni culturali in attuazione della Conferenza di Faro, attraverso progettazioni e sfide proposte ai docenti necessari  per approfondimenti  e per la restituzione dei saperi stessi e delle emozioni relative ai patrimoni culturali – #HackCultura, l’Hackathon delle studentesse e degli studenti per la Titolarità Culturale- .

In questi contesti, il Sapere Digitale, nell’eccezione più ampia del termine, ed in ogni caso quella a cui si riferisce #DiCultHer, sta assumendo anche un ruolo orientativo per poter prendere coerentemente delle decisioni ancorate alle tematiche più complesse della contemporaneità.

La conoscenza dell’ecosistema digitale diventa quindi una bussola orientativa per accedere alle fonti di conoscenza e dei contenuti e l’idea secondo la quale la specializzazione disciplinare perderebbe valore per via della digitalizzazione è da considerarsi, a tal livello di riflessione, piuttosto discutibile.