di Gemma Faraco e Silvia Mazzeo
Abstract
È possibile il recupero dell’impronta ecologica positiva dell’uomo attraverso la bellezza, l’inclusione e la sostenibilità? Si possono rigenerare i comportamenti sostenibili connettendo fra loro scienza e cultura? Sicuramente si può, se si parte dai bambini. Un percorso formativo interdisciplinare per la conoscenza del territorio e della sua cultura con l’impiego delle moderne tecnologie digitali può stimolare la creatività degli studenti ispirando le nuove generazioni a desiderare un mondo in cui la bellezza, l’inclusione e la sostenibilità siano valori fondamentali capaci di generare legami emotivi ed empatici che incentivano comportamenti sostenibili.[1]
L’esperienza presentata mostra come il digitale può essere uno strumento potente per agevolare l’accesso alle informazioni, promuovere il pensiero critico e implementare competenze per la sostenibilità. Circa cento bambini dai sei agli otto anni, invitati a esplorare luoghi e culture di realtà a loro vicine, hanno dimostrato come il digitale può arricchire l’apprendimento in contesti sia interni che esterni, stimolando la co-creazione di narrazioni geolocalizzate che rafforzano il legame con il territorio e le culture.
Cultura Digitale come Priorità Educativa
“L’ubiquità delle tecnologie ha profondamente cambiato tutti gli aspetti delle nostre vite: il modo in cui comunichiamo, il modo in cui lavoriamo, il modo in cui godiamo il nostro tempo libero, il modo in cui organizziamo le nostre vite e il modo in cui cerchiamo conoscenze e informazioni. È cambiato il modo in cui pensiamo e il modo in cui ci comportiamo.”[2] La scuola viene chiamata a nuove missioni: accompagnare alunni e studenti a saper gestire e utilizzare le onnipresenti tecnologie in veloce evoluzione, educare i futuri cittadini fin dalla loro giovanissima età a comprendere che l’agire etico e consapevole del singolo trova piena espressione nella comunità patrimoniale, intesa come spazio di responsabilità condivisa per il futuro.[3] Per come indicato nel Digital Competence Framework for Citizen’s [4], la transizione deve infatti risultare nel contempo digitale ed ecologica, socialmente equa, inclusiva e giusta. L’educazione civica, alla sostenibilità e al buon uso del digitale diventano dimensioni transdisciplinari centrali nell’uso del patrimonio culturale.
La sfida educativa alla quale è chiamata la scuola ed assunta nel progetto sperimentato, si muove nel senso della valorizzazione del patrimonio culturale in un contesto sempre più digitalizzato. L’uso delle tecnologie nell’educazione offre nuove prospettive per la fruizione e la comprensione del patrimonio culturale e per la produzione di contenuti volti a salvaguardare e valorizzare l’identità culturale territoriale, nazionale ed internazionale.
Il progetto didattico realizzato ha voluto puntare a integrare l’educazione al patrimonio con la consapevolezza digitale con un percorso di ricerca del bello, per immaginare la rigenerazione dei luoghi troppo spesso dimenticati ma scrigno di saggezze smarrite.
Si è partiti con i più piccoli con l’idea di far leva sulla dimensione emozionale e genuina dell’infanzia per immaginare, attraverso nuovi linguaggi espressivi e artistici, dall’analogico al digitale, nuovi scenari di sviluppo e di sostenibilità. Nell’iperconnessione che caratterizza questa era, che possiamo definire con le parole del filosofo Luciano Floridi[5], dell’infosfera, la distinzione tra online e offline diventa sempre più sfumata e dunque il ruolo dell’educazione diventa sempre più fondamentale per garantire che gli individui non siano semplici consumatori passivi di contenuti digitali, ma attori consapevoli e critici della trasformazione per una vera rigenerazione dei comportamenti rendendo i bambini, futuri cittadini, non solo utenti del patrimonio digitale, ma creatori di valore culturale.
Le attività progettuali, esperienze di apprendimento attivo, hanno promosso e sviluppato nei fruitori del percorso, capacità di osservazione e analisi critica del proprio territorio tali da riconoscerne il valore estetico e storico. Hanno consentito di recuperare i modelli di autosostenibilità[6] ambientale fondati sulla conservazione della bellezza dei luoghi e sull’inclusione culturale, il “patrimonio culturale” sostenibile, promuovendo un’etica della bellezza che valorizzi l’estetica, l’etica e l’emozione.
Metodologia
Il percorso avviato due anni fa e riproposto annualmente con rivisitazioni a seguito analisi dei risultati, si basa sull’approccio metodologico Artway of Thinking[7] che confluisce a sua volta nel diagramma della Co-creation methodology: un approccio esperienziale che mira ad attivare processi co-creativi di insegnamento/apprendimento facendo leva sull’energia creativa di ogni individuo all’interno dell’interrelazione Sé-Gruppo-Ambiente.
Esso è articolato in quattro fasi:
- Esplorazione del patrimonio culturale locale
Per le visite guidate a siti di interesse storico e culturale, sono individuati borghi o luoghi di storia e di vita quotidiana che raccontano ancora, per la loro stessa struttura, di tradizioni e di senso di comunità.
Ai bambini sono consegnate delle “chiavi di lettura” come guida all’osservazione per la definizione di una mappatura emozionale dei luoghi esplorati per raccogliere colori, profumi, suoni, oggetti e persone. Durante la visita gli alunni svolgono attività di ricerca e documentazione prendendo nota delle cose che istintivamente li colpisce, cogliendo la bellezza del luogo ancor prima che le criticità.
- Riflessione e meta riflessione
La seconda fase si focalizza sulla rielaborazione individuale e di squadra delle osservazioni raccolte: gli studenti confrontano le proprie emozioni arrivando alla loro rappresentazione analogica dell’ambiente, della storia e delle persone incontrate, con parole e disegni, dando forma alla discussione critica sulle percezioni e sulle emozioni suscitate dall’esperienza. In questa fase i bambini vanno oltre l’osservazione e la descrizione della visita: rielaborano l’esperienza analizzando cosa hanno visto e chiedendosi anche come e perché quelle cose hanno suscitato in loro certe emozioni.
- Produzione di contenuti digitali
La fase tre riguarda la progettazione in modo analogico del prodotto da realizzare utilizzando strumenti digitali alla portata della loro età per produrre infografiche, presentazioni o videoclip. È la fase in cui si acquisisce consapevolezza crescente non solo del “contenuto”, ma anche degli strumenti di creazione multimediale, applicazioni di realtà aumentata, piattaforme di storytelling digitale. I bambini esprimono la loro creatività, raccontano quanto hanno visto e percepito e rilanciano con proposte di rivalutazione del patrimonio culturale scoperto.
- Condivisione e disseminazione
Il coinvolgimento della comunità scolastica, delle famiglie e degli enti locali è una fase essenziale del processo educativo che, ancora una volta pone ogni singolo bambino al centro dell’azione di rivalutazione del patrimonio culturale.
Lo scambio di esperienze tra studenti e cittadini permette di conoscere la bellezza del territorio dal punto di vista dei bambini e sollecita la comunità a ripensare ad una modalità di vita più sostenibile. L’intento è responsabilizzare le nuove generazioni e, per loro tramite, la comunità tutta, affinché ciascuno diventi custode del patrimonio culturale, disseminatore della bellezza e delle emozioni che questo restituisce. In altre parole avviare il processo di rigenerazione dei comportamenti di una comunità.
Conclusione
L’applicazione di un approccio metodologico co-creativo con bambini di scuola dell’infanzia e primaria, viene amplificato dall’impiego del digitale in termini di portata educativa ed energia co-creativa. L’uso del digitale, in questo contesto, non è solo uno strumento, ma un elemento concettuale che potenzia la capacità di raccogliere, elaborare e rendere tangibili i principi di bellezza, inclusione e sostenibilità sul territorio. L’integrazione tra metodologie e strumenti permette di creare percorsi formativi che non solo sviluppano competenze digitali, ma promuovono anche una coscienza collettiva e forme identitarie inclusive, capaci di generare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società.
Bibliografia
- Casalino M., Marinucci C. (a cura) Cultura digitale relazione, empatia. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale, ed. Stamen, 2023
- Floridi L. – Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale
- Merlino V. e Mazzeo S. Re-Cuperare Empatic@Mente Bellezza, Inclusione e Sostenibilità, in Cultura digitale relazione, empatia. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale. A cura di Casalino, Marinucci
- Merlino V. e Mazzeo S. Ri-generare e co-creare comunità belle, inclusive e sostenibili, in Cultura digitale relazione, empatia. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale. A cura di Casalino, Marinucci
Sitografia
1. Thiene, F., Mantovani, S. (1993). Diagramma di co-creazione Artway of thinking
2. Thiene, F., Mantovani, S. Co-Creation Methodology
https://www.artway.info/cocreation-methodology#principi
https://www.artway.info/cocreation-methodology#diagram
3. Apple Classrooms of Tomorrow, (2008). Today learning in the 21st Century Background Information
https://www.challengebasedlearning.org/wp-content/uploads/2020/11/acot2_background.pdf
4. Challenge Based Learning, (2011). A classroom Guide
https://www.apple.com/br/education/docs/CBL_Classroom_Guide_Jan_2011.pdf
5. EU, 2021: New European Bauhaus: beautiful | sustainable | together
https://new-european-bauhaus.europa.eu/index_en
6.GreenComp 2022: The European Sustainability competence Framework
https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC128040
7. DigComp 2.2: The Digital Competence Framework for Citizens
https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC128415
[1] https://new-european-bauhaus.europa.eu/document/download/405245f4-6859-4090-b145-1db88f91596d_en?filename=NEB_Compass_V_4.pdf
[3] https://www.diculther.it/wp-content/uploads/2024/09/Carta-di-pietrelcina_19_9-1.pdf
[4] DigComp 2.2
[5] Floridi L. – Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale
[6]Merlino V. e Mazzeo S. Re-Cuperare Empatic@Mente Bellezza, Inclusione e Sostenibilità, in Cultura digitale relazione, empatia. Paradigmi della nuova rivoluzione industriale. A cura di Casalino, Marinucci