Elementi per una Call for Action per la definizione di Patrimonio Culturale Digitale
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Il patrimonio culturale digitale è un concetto complesso che integra aspetti di digitalizzazione, proprietà intellettuale e normative legali: si riferisce alle risorse culturali ereditate dal passato in tutte le loro forme, sia tangibili sia intangibili, e include contenuti nati digitali e digitalizzati.
La sua gestione efficace richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione legale per garantire l’accessibilità e preservare risorse culturali per le future generazioni.
La definizione e la gestione del PCD coinvolge diversi aspetti tra cui questioni-chiave di tipo giuridico e tecnologico. Tra questi:
Digitalizzazione e conservazione: la digitalizzazione è fondamentale per la conservazione del patrimonio culturale, permettendo l’accesso e la preservazione a lungo termine delle risorse culturali (Trencheva & Zdravkova, 2019; Comes et al., 2014). La creazione di archivi digitali e l’uso di tecnologie interattive come VR e AR sono centrali per migliorare l’esperienza del patrimonio culturale (Lian & Xie, 2024).
Proprietà intellettuale: la gestione dei diritti di proprietà intellettuale è cruciale nel processo di digitalizzazione. Questo include la protezione dei diritti d’autore e la gestione dei diritti sui contenuti digitalizzati (Trencheva & Zdravkova, 2019; Borissova, 2018; Koščík & Myska, 2019). È essenziale identificare i titolari dei diritti e garantire che i contenuti digitali siano utilizzati in modo legale e etico (Borissova, 2018; Alkhasawneh & Kowalska, 2024).
Quadro normativo: è necessario un quadro giuridico sostenibile e internazionale per proteggere il patrimonio culturale digitale. Questo include l’adozione di standard elevati per la protezione e la gestione del patrimonio culturale (Neikova, 2024; Alkhasawneh & Kowalska, 2024).
Accessibilità e socializzazione: la digitalizzazione facilita l’accesso e la socializzazione del patrimonio culturale, rendendolo disponibile a un pubblico più ampio e promuovendo la diversità culturale e l’educazione (Trencheva & Zdravkova, 2019; Lian & Xie, 2024).
Bibliografia:
Trencheva, T., & Zdravkova, E. (2019). INTELLECTUAL PROPERTY MANAGEMENT IN DIGITIZATION AND DIGITAL PRESERVATION OF CULTURAL HERITAGE. EDULEARN19 Proceedings. https://doi.org/10.21125/EDULEARN.2019.1468
Borissova, V. (2018). Cultural heritage digitization and related intellectual property issues. Journal of Cultural Heritage. https://doi.org/10.1016/J.CULHER.2018.04.023
Neikova, M. (2024). Digitalization and Protection of Cultural Heritage by Establishing a Sustainable Legal Framework. Digital Presentation and Preservation of Cultural and Scientific Heritage. https://doi.org/10.55630/dipp.2024.14.18
Koščík, M., & Myska, M. (2019). Copyright Law Challenges of Preservation of “born-digital” Digital Content as Cultural Heritage. Eur. J. Law Technol., 10.
Alkhasawneh, A., & Kowalska, S. (2024). Digital Transformation in Jordan and Poland – Implications on the Legal Protection of Cultural Heritage and Sustainable Development. Studies in Digital Heritage. https://doi.org/10.14434/sdh.v7i2.36939
Lian, Y., & Xie, J. (2024). The Evolution of Digital Cultural Heritage Research: Identifying Key Trends, Hotspots, and Challenges through Bibliometric Analysis. Sustainability. https://doi.org/10.3390/su16167125
Comes, R., Buna, Z., & Badiu, I. (2014). CREATION AND PRESERVATION OF DIGITAL CULTURAL HERITAGE. Journal of the American Heart Association, 1, 50-56. https://doi.org/10.14795/J.V1I2.55
Elementi per una Call for Action per la definizione di Patrimonio Culturale Digitale
1. Premessa
Il concetto di patrimonio culturale digitale è ancora in fase di definizione, senza una visione univoca e consolidata.
Tuttavia, l’evoluzione delle tecnologie digitali e il loro impatto sulla cultura impongono una riflessione strutturata per delinearne i confini, le caratteristiche e le implicazioni.
Il Patrimonio Culturale Digitale rappresenta inoltre uno strumento educativo fondamentale, coerente con la missione storica di DiCultHer. Attraverso il PCD è possibile promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale, alla consapevolezza culturale, all’inclusione, alla sostenibilità e allo sviluppo di competenze critiche e creative. Iniziative come la Carta di Pietrelcina, La Carta dei Diritti nell’era digitale e dell’intelligenza artificiale, HackCultura e le attività della Settimana delle Culture Digitali testimoniano come DiCultHer abbia anticipato questa visione. Il PCD si configura così non solo come un bene da conservare, ma come uno spazio dinamico di apprendimento partecipato, orientato al bene comune.
2. Definizione preliminare
Il patrimonio culturale digitale può essere definito come l’insieme delle risorse culturali che, nate digitalmente o derivate da processi di digitalizzazione, assumono un valore autonomo o complementare al patrimonio culturale tradizionale.
Esso si configura come uno spazio dinamico di conoscenza, educazione e innovazione, in cui le tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale e le pratiche partecipative ridefiniscono i concetti di conservazione, accessibilità e identità culturale.
Non si tratta solo della trasposizione in digitale di un bene esistente, ma di una nuova dimensione del patrimonio culturale, capace di generare significati autonomi e nuove forme di interazione tra individui, comunità e istituzioni.
Esempi concreti includono archivi digitali interattivi, esperienze immersive in VR, intelligenza artificiale applicata alla conservazione e alla valorizzazione culturale.
3. Questioni chiave
Per avviare un percorso condiviso per tale definizione sono state individuate preliminarmente, alcune domande fondamentali:
3.1. Qual è la soglia tra patrimonio culturale digitale e semplice contenuto digitale?
Un oggetto digitale diventa “patrimonio” per:
- Autenticità e contestualizzazione: non è solo un file, ma un bene dotato di significato storico, sociale o artistico.
- Valore culturale riconosciuto: la sua rilevanza è attestata da istituzioni, comunità o esperti del settore.
- Processi di conservazione e trasmissione: è soggetto a strategie di tutela e accesso regolamentato nel tempo.
- Interazione con la comunità: il suo valore aumenta con l’uso, l’interpretazione e la partecipazione attiva delle persone.
- Persistenza culturale: deve poter essere tramandato nel tempo, indipendentemente dalle evoluzioni tecnologiche.
3.2. Come si garantisce il valore culturale del digitale?
- La creazione di criteri di selezione e valutazione, basati su parametri condivisi dalla comunità scientifica e culturale.
- La costruzione di architetture digitali affidabili (metadatazione, certificazione, interoperabilità tra sistemi).
- La tutela dell’autenticità attraverso tecnologie di tracciabilità e di conservazione.
- L’adozione di licenze aperte (Creative Commons, OpenGLAM) per garantire un accesso trasparente e inclusivo.
3.3. In che modo il patrimonio culturale digitale interagisce con la partecipazione delle comunità patrimoniali?
- Tale approccio è in linea con i principi espressi nella Convenzione di Faro, che valorizza il ruolo attivo delle comunità patrimoniali nella co-definizione e nella trasmissione del patrimonio culturale.
- Coinvolgendo i cittadini nei processi di documentazione, interpretazione e valorizzazione.
- Sviluppando strumenti di interazione e co-creazione, come piattaforme collaborative o esperienze immersive.
- Favorendo un approccio open access e open data, per rendere i contenuti accessibili e riutilizzabili.
- Superando le barriere linguistiche: molte risorse digitali sono disponibili solo in lingue dominanti, creando nuove forme di esclusione culturale.
3.4. Quale ruolo hanno IA e tecnologie emergenti nella gestione e valorizzazione del patrimonio digitale?
In questo contesto, è fondamentale riconoscere l’interdipendenza tra il Patrimonio Culturale Digitale e l’Intelligenza Artificiale.
Senza un’AI progettata eticamente e responsabilmente — come delineato nel percorso AI CULTURA — non è possibile garantire una gestione sostenibile, inclusiva e culturalmente consapevole del patrimonio digitale. Le due dimensioni sono, di fatto, facce inseparabili della stessa Medaglia:
- L’IA come strumento di analisi e arricchimento dei dati culturali.
- Le tecnologie immersive per una fruizione esperienziale.
- La blockchain e sistemi distribuiti per garantire autenticità e tracciabilità.
- Il rischio di distorsione delle narrazioni culturali se gli algoritmi non sono governati con attenzione.
3.5. Che implicazioni giuridiche e di accessibilità dobbiamo considerare?
- Il diritto d’autore e il diritto all’immagine nel contesto digitale.
- La necessità di standard internazionali per garantire l’accesso e la conservazione.
- Le sfide dell’equità digitale, per evitare che il digital divide escluda fasce di popolazione dalla fruizione del patrimonio.
3.6. Prossimi passi
- Un ulteriore sviluppo potrebbe prevedere l’armonizzazione dei risultati di questa Call con quelli del percorso AI CULTURA, per costruire una strategia integrata tra etica dell’intelligenza artificiale e valorizzazione del patrimonio culturale digitale.
- Affinamento della definizione, includendo elementi di confronto con esperti del settore.
- Mappatura delle buone pratiche e delle esperienze esistenti.
- Produzione di un documento di sintesi, che possa essere base per policy, ricerca e divulgazione.
- Organizzazione di un incontro/dialogo online per raccogliere suggestioni e arricchire il documento.
- Creazione di un questionario aperto per sondare il punto di vista della comunità culturale e accademica.
Di seguito una prima mappa concettuale strutturata che individua i nodi critici e le connessioni tra i diversi aspetti del patrimonio culturale digitale, per poi elaborare un documento di sintesi che potrebbe essere il primo passo verso una vera e propria definizione condivisa.
